2014

Alessio Romagnoli, il nuovo Nesta in casa Samp

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Focus sul giovane centrale blucerchiato, che a Mihajlovic ha ricordato l’ex compagno

Cosa viene in mente al tifoso italiano medio quando si nomina Zdenek Zeman? Non volendo considerare per ovvi motivi le parole ‘Roma’, ‘over’, ‘sigarette’ e ‘gol’, probabilmente c’è anche qualcuno che penserebbe al lavoro che il Boemo porta avanti con i giovani, ovunque vada. Oltre ai fulgidi esempi del passato recente come Verratti e Immobile a Pescara, basti pensare alla coppia Vucinic – Bojinov del Lecce 2004/05: 19 gol in campionato il primo, 11 il secondo – che a gennaio lasciò la società salentina per accasarsi alla Fiorentina. Insomma, Zeman ha l’occhio lungo quando si tratta di giovani. E non a caso, oggi, c’è un giocatore che milita tra le fila della Sampdoria che deve al Boemo il proprio esordio in Serie A. Si tratta di Alessio Romagnoli, centrale blucerchiato cresciuto tra le fila della Roma. Romagnoli nasce ad Anzio il 12 gennaio del 1995, ma vive a San Giacomo di Nettuno. Proprio tra le fila del San Giacomo inizia a tirare i primi calci al pallone, sognando di diventare il nuovo Zidane. A guardarlo oggi, non si direbbe. In ogni caso, a scoprirlo è Bruno Conti insieme a Ivano Stefanelli, all’epoca responsabile del settore giovanile giallorosso.

SACRIFICI E UMILTÀ – Bruno Conti intravede subito le potenzialità del giovane Romagnoli, lo vuole a tutti i costi nella Roma. Romagnoli senior è così ‘costretto’ a fare il pendolare insieme al figlio per portarlo da Nettuno al centro sportivo di Trigoria. Sono tanti i sacrifici che si fanno per i figli, lo direbbero la maggior parte dei padri, e così fa anche quello di Romagnoli, non sapendo che di lì a pochi anni il figlio avrebbe resistito alle cariche di Tevez e compagnia cantante allo Juventus Stadium. Romagnoli, nel frattempo, cresce: sviluppa un fisico asciutto adatto al ruolo di difensore centrale, con una statura imponente ma slanciata e lunghe leve. Questo, insieme alle sue doti, gli permette sì di fare la solita trafila tra le squadre giovanili, ma con una differenza: gioca sotto età. Dotato di un ottimo senso della posizione e di una tempistica perfetta negli anticipi – dote, questa, affinata col passare del tempo – Romagnoli si mette in luce, e le sue presenze si dividono tra gli Allievi Nazionali e la Primavera, senza contare che viene convocato anche nelle nazionali giovanili under 16, 17 e 19.  Il fatto che giochi insieme a ragazzi più grandi è un fattore indicativo riguardo la personalità del ragazzo: non è certo semplice condividere lo spogliatoio, ma soprattutto il campo, con giocatori di uno o anche due anni più grandi, seppur sempre giovani. Tra le fila dei settori giovanili si vuole sfondare, si cerca di impressionare il tecnico per sperare in una chiamata in prima squadra, e la concorrenza è alta – senza contare che anche gli avversari sono più grandi. Ma Romagnoli ce la fa, è lui a spuntarla. Impressione mister De Rossi, che schiera sempre un calcio offensivo dove i centrali sono spesso sotto pressione a causa dei terzini che viaggiano alti. Romagnoli comunque dimostra una buona tempra caratteriale, insieme alle sue capacità che definirei da stopper puro. Zoratto, mister della nazionale azzurra under 17, arriva ad affidargli anche la fascia da capitano, oltre che le chiavi del reparto. Insomma, la svolta è dietro l’angolo.

DAL CECO AL SERBO – E così si torna a Zeman. Il Boemo torna sulla panchina giallorossa nel 2012, dopo l’esperienza dal 1997 al 1999. E non ci vuole tanto perché noti Romagnoli. L’esordio in prima squadra arriva in Coppa Italia: è l’11 dicembre 2012, e Romagnoli gioca 90 minuti contro l’Atalanta. A 17 anni. In Serie A colleziona la prima presenza contro il Milan, in casa, nel match che finirà 4-2. Poco male – per Romagnoli – che Zeman venga esonerato il 2 febbraio 2013: ormai le sue qualità sono esplose. E infatti è Andrezzoli, subentrato al tecnico esonerato, a far esordire dal primo minuto in campionato il giovane centrale: Romagnoli gioca e segna anche contro il Genoa, contribuendo al 3-1 finale. Zeman in seguito affermerà che, se fosse rimasto, la coppia di centrali titolare sarebbe stata quella composta da Romagnoli e Marquinhos, oggi al Psg. Nel 2013 arriva Garcia sulla panchina della Roma e, alla fine della stagione, Romagnoli ha timbrato 11 gettoni di presenza, divisi tra il ruolo di centrale e quello di terzino sinistro, posizione che Romagnoli ha imparato a conoscere grazie alla sua buona capacità di corsa palla al piede. Nell’estate del 2014 il suo passaggio alla Sampdoria, in prestito con diritto di riscatto per i blucerchiati e contro-riscatto per la Roma. Ed è qui che Romagnoli trova il suo ambiente ideale (almeno per il momento). Mihajlovic ha parlato così del giocatore: «Romagnoli somiglia molto a Nesta, ma ha più tecnica». E dire che il serbo ne ha visti tanti di giocatori bravi. L’esordio con la maglia blucerchiata arriva il 14 settembre, nel match casalingo che la Sampdoria vince contro il Torino, ma sono solo 7 i minuti giocati. I 90 minuti da titolare sopraggiungono alla quarta giornata, quando Mihajlovic sceglie di schierare Romagnoli dal 1’ contro il Chievo: il difensore ripaga la fiducia del tecnico segnando il gol vittoria, il primo con la maglia della Samp. Passa il tempo, e arriviamo alla partita contro la Juventus. Allo Stadium Romagnoli timbra la sua decima presenza stagionale, e non sfigura contro Tevez, Morata e poi Llorente: anzi, riesce a tener testa a tutti, anche ai dinamici centrocampisti bianconeri, e anticipa sempre la punta di Pamplona. Tiene sempre alta la concentrazione, così come la qualità delle prestazioni. La sensazione è che in estate ci sarà la guerra tra Samp e Roma per chi dovrà accaparrarsi il giocatore, ma un plauso va comunque fatto ai giallorossi per quanto riguarda la gestione di Romagnoli: non sempre si vede una squadra della nostra Serie A cercare di far crescere rapidamente i propri verdi talenti. Certo, le caratteristiche fisiche sono una componente quasi indispensabile, ma è pur vero che cercare di far assaporare il calcio che conta a giovani calciatori è un modo in più per prepararli a quello che verrà, soprattutto se si considera che nel resto dell’Europa ci sono giovani di 18, 19 o 20 già titolari in molte squadre. Onore, dunque, alla Roma, ma ancor di più ad Alessio Romagnoli, il Nesta che verrà. 

 

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