Albertosi: «Fumo, alcol, donne: sono stato un portiere rivoluzionario» - Calcio News 24
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Albertosi: «Fumo, alcol, donne: sono stato un portiere rivoluzionario»

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Ricky Albertosi, ex calciatore e portiere, si è raccontato con tanti aneddoti al Corriere della Sera

Ricky Albertosi è stato un grande portiere del calcio italiano. Ha vinto lo scudetto col Cagliari e col Milan, era in porta per l’Italia nella mitica finale col Brasile del Mondiale 1970. Personaggio fuori dagli schemi, alla vigilia delle gare Liedholm gli chiedeva se preferiva andare al cinema con la squadra o all’ippodromo e lui non ha mai avuto dubbi scegliendo il secondo. Al Corriere della Sera ha offerto una miriade di racconti.

RICORDI DELLA GUERRA – «Solo il flash degli aerei sopra Pontremoli, andavano a bombardare chissà dove»

TIFAVA GRANDE TORINO – «Sì, mio padre mi portò a Milan-Torino: che fascino».

DEBUTTO A 15 ANNI CON LO SPEZIA – «Il titolare era un marinaio, che doveva imbarcarsi. Sembra l’inizio di un romanzo d’avventura, ma andò così: da lì ho preso il via, abbiamo vinto il campionato, è arrivata la Nazionale juniores e nel 1958 abbiamo vinto l’Europeo con Corso, Trapattoni, Galeone».

MAZZOLA DICEVA CHE LEI SI ALLENAVA POCO – «Perfidia: lui era già in spogliatoio quando facevo l’allenamento vero, specifico».

ROCCO DICEVA CHE LEI AVEVA TUTTI I VIZI – «Sì, è vero, sono sempre stato così, non ho mai nascosto niente. A differenza di altri facevo tutto alla luce del sole e in campo alla domenica facevo il mio dovere».

LIEDHOLM – «All’ippodromo passavo un paio di ore in tranquillità. La mia fortuna erano allenatori come lui o Scopigno che mi capivano».

ALBERTOSI RIVOLUZIONARIO, ZOFF CLASSICO – «Ê una visione corretta, perché ho anticipato le cose: giocavo molto fuori dai pali e anche molto coi piedi, anche perché in allenamento stavo quasi sempre in attacco. In C2 facevo l’allenatore-giocatore, volevo fare gol in partitella e il portiere di riserva mi è crollato sulla gamba. Sono stato costretto a ritirarmi».

MONDIALE VINTO DA ZOFF – «Sono stato contentissimo, specie per lui: un grandissimo, che ha meritato tutto».