Alberto Di Chiara: «Ero in campo in quel Napoli Fiorentina dove Maradona e Baggio si affrontarono, che spettacolo. Dal Parma potevo passare alla Juve e ho un rimpianto in carriera» - Calcio News 24
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Alberto Di Chiara: «Ero in campo in quel Napoli Fiorentina dove Maradona e Baggio si affrontarono, che spettacolo. Dal Parma potevo passare alla Juve e ho un rimpianto in carriera»

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Alberto Di Chiara su quella che è stata Napoli Fiorentina con Baggio vs Diego Armando Maradona in campo, oltre a vari retroscena

Oggi si gioca Fiorentina-Napoli. A campi invertiti, una delle sfide più storiche è stata quella del 1989, con Maradona contro Baggio. Alberto Di Chiara era in campo per i viola e oggi su La Gazzetta dello Sport rievoca quel momento e tante altre cose della sua carriera.

BAGGIO PRENDE PALLA E… – «Penso che Robi andrà in porta. Aveva già fatto un’azione simile qualche anno prima contro il Milan di Sacchi a San Siro. Lui sapeva prendere il tempo agli avversari caracollando verso l’area. E infatti realizzò un gol stupendo. Ho vissuto l’inizio della carriera di Baggio, la sua crescita costante a livello tecnico e di fiducia. La rete al San Paolo fu un altro punto esclamativo, soprattutto se consideriamo il contesto e gli avversari. A quei tempi fare una cosa del genere in Serie A era davvero difficile. Adesso è tutto più semplice».

LA BELLEZZA DI BAGGIO – «La sua capacità di essere un leader tecnico. Aveva grande personalità e nello spogliatoio non era riservato come appare fuori. Io e lui facevamo scherzi, raccontavamo barzellette, trascinavamo un gruppo che era molto bello. Poi in partita davi la palla a Baggio ed eri tranquillo».

MARADONA ENTRO’ NELLA RIPRESA – «Stare sullo stesso campo con Baggio e Maradona fu qualcosa di speciale. Robi era mio compagno e avevo la fortuna di vivere con lui la quotidianità. Diego era il mito vivente, un personaggio come quelli dei fumetti, come Topolino: non sai nemmeno se esiste davvero. Quel giorno appena entrato sbagliò un rigore, ma Diego girò la partita con la sola presenza. E il Napoli infatti riuscì a vincere 3-2. Il calcio negli anni è cambiato e non ci sono più quelle personalità così forti da condizionare una gara per il semplice fatto di essere in campo. Nella mia carriera sono passato da Platini a Zidane e a Pirlo. Sono stato fortunato. Adesso chi c’è a quel livello? Chi è davvero un simbolo del calcio?».

RIMPIANTI IN CARRIERA – «Il Mondiale del 1994: avevo fatto tutte le qualificazioni. Poi Sacchi decise di portare un centrale in più e un terzino in meno. Così in America andò Minotti, bravissimo compagno del Parma, e non io. E poi lo scudetto, anche perché a quei tempi era l’unica strada per giocare la Coppa dei Campioni. Il Parma era forte in tutti i sensi. Bettega chiese a Tanzi il mio trasferimento in cambio di soldi e metà cartellino di Del Piero. Tanzi rifiutò. Magari, se avesse accettato, la mia storia sarebbe cambiata».

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