2017
Il sassolino di Albertini: «Il mio Milan ripartì da zero, ma non si nascose…»
L’ex Demetrio Albertini non condanna il Milan di Montella, ma spiega come ripartire in una stagione senza certezze. Carezze per Bonucci: «Lui capitano? Serviva un giocatore che si assumesse responsabilità»
Senza gioco, con pochi risultati ma un bel po’ di dubbi: il Milan di Vincenzo Montella non ricorda moltissimo quello vincente di un tempo, anche se in estate la società ha provato in tutti i modi, col mercato, a rinverdire i fasti passati. La verità però può anche essere un’altra e l’ha raccontata stamane, nel corso di una intervista al Corriere della Sera, Demetrio Albertini. La bandiera milanista, oggi dirigente, si è trovato in una situazione simile di ricostruzione qualche anno fa proprio con i rossoneri: allora però c’era una differenza sostanziale… «Pure io ho vissuto anni di ricostruzione. Nella stagione 1998/1999 eravamo reduci da due campionati disastrosi e si iniziava un nuovo percorso con Alberto Zaccheroni – ricorda Albertini – . Anche all’epoca si giocava con la difesa a tre, un inedito. Vincemmo lo Scudetto con sette successi consecutivi nel finale perché non ci siamo mai accontentati. Non ci siamo nascosti dietro l’alibi “se si perde non importa, è l’anno della ripartenza”. C’era una mentalità vincente, quella che Montella ora deve dare».
Il riferimento indiretto potrebbe essere proprio alle parole di Montella nel post-partita di Milan-Roma: il tecnico rossonero non era sembrato in effetti arrabbiato dopo la sconfitta (leggi anche: Milan, Montella dopo la Roma: «Non sono preoccupato»). Albertini però non condanna il mercato del Milan e specifica: «Credo che sia presto per dire che i soldi spesi dal Milan siano troppi. L’amalgama si crea cammin facendo». Zero condanne però nei confronti del mister. Almeno per ora. «Il Milan è un cantiere aperto, Montella sta ancora procedendo a tentativi», spiega l’ex rossonero. Chiosa sul neo-capitano Leonardo Bonucci: «Leo paga il cambiamento: l’anno scorso aveva certezze di gioco, ora le deve maturare. Sbagliato dargli la fascia? No, perché credo che la società volesse darla a un giocatore che si assumesse le responsabilità». Poi, spiega Demetrio, conta essere titolari.