2012

Al Wasl, Maradona: “Lo Stato Italiano mi perseguita”

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Intervista amara, quella rilasciata da Diego Armando Maradona ai microfoni del Corriere dello Sport.
Nel mirino dell’ex Pibe de Oro c’è il fisco italiano, che ormai da vent’anni lo perseguita: “Intanto c’è l’Al Wasl e la voglia di farlo crescere – ha esordito Maradona – . Poi, perchè, no, se fossi chiamato alla guida della Nazionale, anche quella di contribuire a rendere più competitivo, forse anche più internazionale, il calcio degli Emirati. Ce l’ho con l’Italia, non con gl italiani. Ogni volta che metto piede in Italia mi sento perseguitato, mi sento addosso una sensazione orrenda. Il fisco italiano mi fa sentire un ladro, un truffatore, ma io non ho mai rubato nulla all’Italia e agli italiani, ho solo dato gioia e divertimento in campo. Il debito di 40 milioni? Io non c’entro niente, sono la vittima, non il colpevole. E invece in Italia sono diventato il simbolo dell’evasione fiscale. La sentenza è ingiusta, so di non essere l’unico in Italia a sentirsi perseguitato dall’ufficio delle tasse, ma non so se ad altro hanno mai tolto l’orologio dal polso oppure un diamante dall’orecchio.”

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