2009
Al Sant’Elia cori contro Sissoko, ma questa volta sembra che nessuno se ne sia accorto.
Forse nessuno se ne è accorto, ma a Cagliari, Domenica pomeriggio, dalla Curva nord dello Stadio Sant’Elia, quella occupata dai supporter rossoblù, si sono levati cori all’indirizzo di Momo Sissoko. Il centrocampisti juventino, infatti, è stato bersagliato dagli ormai stantii “buuu” per tutta la partita. Un’accoglienza, quella degli ultrà del Cagliari, che già era stata riservata a Balotelli, a Settembre, in occasione del match contro l’Inter. Dopo una settimana in cui s’è parlato solo di razzismo negli stadi, una domanda sorge spontanea: perchè, in questo caso, salvo sporadiche eccezioni, nessuno ha ripreso la notizia? Perchè se viene preso di mira Balotelli si sollevano interrogazioni parlamentari, Moratti si indigna e sui giornali ed in tv per giorni non si parla d’altro, mentre se la stessa cosa succede nei confronti di un altro giocatore c’è il silenzio assoluto? Forse perchè Balotelli è italiano? O forse perchè, per molti organi di stampa, è più redditizio sbattere in prima pagina il mostro bianconero, piuttosto che quello rossoblu? Perchè, più che per il fatto in sè, più che per l’episodio, la sensazione è che a fare notizia, a far vendere i giornali, sia la rivalità tra Juve ed Inter, così ogni episodio che riguarda queste due squadre si trasforma automaticamente in scandalo. La ricerca del titolo ad effetto, della polemica fine a sè stessa è diventata ormai stucchevole: si è parlato a vanvera di razzismo per tre giorni, quando il coro “Se saltelli muore Balotelli” è stato intonato da alcuni tifosi juventini (anche Cristiano Lucarelli fu oggetto di tali beceri cori in passato, ma a nessuno è passato per la testa di parlare di razzismo). Il giorno dopo di Juventus “? Udinese però, frotte di giornalisti hanno dato il via al can can irrefrenabile di voci e dichiarazioni: vanno da Moratti, vanno da Mourinho, da Blanc, da Ferrara, fanno domande, cercano la frase da stampare in prima pagina: elevano Balotelli a vittima sacrificale e ritraggono il mondo del calcio come un grande universo abitato da razzisti, non facendo altro che alimentare ulteriormente la rivalità tra le tifoserie. Poi, se un episodio con evidenti connotazioni razziste, avviene a Cagliari nei confronti di un altro calciatore di colore, nessuno fiata. Tanto che notizia è? Di colpo, lo stesso fatto, che prima faceva “vendere”, che prima faceva scandalo, non esiste più, nel giro di una settimana è diventato un normale episodio di una normale domenica di campionato. Qualcuno ne parla, nessuno però va da Cellino o da Allegri, nessuno chiede che sia squalificato il campo del Cagliari. Tutto questo è ridicolo: è ridicolo il clamore di una settimana fa dopo Juventus “? Udinese, è ridicolo il silenzio di Domenica dopo Cagliari “? Juventus. La verità è che purtroppo questi cori ci sono sempre stati e probabilmente sempre ci saranno. Si parla di razzismo ogni qual volta succedono vicende di questo tipo, pensando che il razzismo vero sia questo, in un Paese in cui è proprio chi ci governa ad alimentare quotidianamente la diffidenza verso chi è diverso. C’è solo una parola che vaga per la testa e che riesce a descrivere questa situazione: ipocrisia.
Francesco Aquino