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Buon compleanno a… Aimo Diana

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Oggi è il compleanno di Aimo Diana: dopo la promozione in B con la Reggiana è andato al Vicenza in C, dove è stato esonerato

Oggi Aimo Diana compie 46 anni. Il minimo che gli si possa augurare è che il 2024 che va ad iniziare non sia travagliato come il 2023. Dove, al di là del fatto che un allenatore può aspettarsi di tutto dalla precarietà della sua professione, il suo caso è quanto mai singolare: riuscire a essere mandato via da due piazze discretamente importanti e con due situazioni diametralmente opposte. L’ultimo esonero è arrivato esattamente il 18 dicembre, a Vicenza, da un club deluso dall’andamento nel campionato di Serie C, effettivamente deludente rispetto alle aspettative iniziali. Da qui, il comunicato: «La Società LR Vicenza comunica che Aimo Diana è stato sollevato dall’incarico di Allenatore Responsabile della Prima Squadra – si legge nel comunicato – Contestualmente sono stati sollevati dai rispettivi incarichi l’Allenatore in Seconda Alessio Baresi, il Preparatore Atletico Esteban Anitua, il Collaboratore Tecnico Giampaolo Saurini e il Match Analyst Alessandro Belleri. Il Club desidera ringraziare mister Diana e lo staff per l’impegno profuso in questi mesi e augura loro il meglio per il proprio futuro». Era andata alla stessa maniera pochi mesi prima a Reggio Emilia, al termine di un biennio che aveva riportato la squadra in Serie B. Un divorzio, in questo caso, non determinato quindi dai risultati, ma da un’incomprensione con la dirigenza. Specchio della freddezza intercorsa era stato anche in questo caso il messaggio ufficiale della Reggiana, ridotto a poche righe dedicate a Diana e ai suoi collaboratori, mentre in parallelo la città festeggiava ancora l’obiettivo raggiunto: «Tutta la famiglia granata augura loro le migliori fortune per il prosieguo della carriera professionale. Grazie mister!!!». La punteggiatura finale è urlata, ma è difficile pensare che al destinatario possa bastare.

E dire che il mister sembrava stra coinvolto nel gruppo. Tanto da avere confessato a La Gazzetta dello Sport di avere concesso un regalo del tutto particolare ai suoi giocatori: «Avevo promesso la carta di credito ai ragazzi, non so ancora quanto abbiano speso». Quanto al futuro, le sue idee erano ben chiare e sapendo come siano andate a finire le cose fa ancora più male: «Ho voglia di confrontarmi con una categoria superiore. Dovremo ristrutturarci completamente visto che in tanti sono a scadenza, ma comunque la base è molto buona. Io ho il rinnovo automatico con la promozione, ma c’è tempo per trovarci e parlarne».

Peraltro, Aimo non è certo il tipo da spaventarsi nel dovere fare le valigie e cambiare luogo. Bresciano del gruppo di Andrea Pirlo, che lo ha convocato per la sua gara d’addio insieme a un bel po’ di grandi nomi del calcio mondiale, ha girato l’Italia e per amore del calcio ha affrontato anche sfide in categorie minori.

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In Serie A ci ha giocato dal 1997 al 2009, rischiando anche di partecipare alla spedizione azzurra che ha avuto come ultima tappa Berlino. Ha chiuso in Serie D, prima al Lumezzane e poi al Trento, con lo spirito da lottatore che lo ha sempre contraddistinto sul campo.

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Quando ha iniziato a cimentarsi sulla panchina ha raccontato a Sampnews24.com quali siano stati i modelli di riferimento dai quali apprendere: «È chiaro che un allenatore cerca di avere una sua unicità, portare avanti una sua idea. Ma è impensabile non prendere qualcosa dai tanti allenatori che ho avuto, come Novellino alla Sampdoria. Ogni allenatore mi ha insegnato qualcosa e ne faccio buon uso, poi è chiaro che cerchi di creare qualcosa di mio».

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E sin dai tempi della sua prima esperienza alla Feralpisalò, nello scorso decennio, non ha nascosto di avere un sogno, guarda caso oggi “occupato” proprio da Andrea Pirlo, la panchina blucerchiata: «Non serve nemmeno che lo dica: verrei di corsa, anche domani mattina, però mi sa che ce ne vorrà di tempo!».

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