2009

AIC, ancora Oddo: “Mi adeguo alla scelta dello sciopero”

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Massimo Oddo è intervenuto ai microfoni di Radio Sei per dire ancora una volta la sua circa lo sciopero decretato per l’11 e 12 dicembre.
Il difensore del Milan, portavoce dell’Assocalciatori, ha anche rivolto un messaggio ai tifosi, forse le vere vittime di questo braccio di ferro: “Voglio fare una premessa, sono stato portavoce dei calciatori quando è stato proclamato il primo sciopero “? ha detto Oddo -. Adesso parlo in qualità  di me stesso e non rappresento nessuno. Da calciatore posso dire solo che tutti hanno fatto una scelta e io mi adeguo. Per prima cosa possiamo dire che i punti fondamentali che hanno portato a questo sono quelli dei trasferimenti obbligatori e dei fuori rosa. Noi calciatori ci abbiamo messo 40 anni per ottenere i nostri diritti e non mi sembra giusto che lo società  ci possano spostare come vogliono. E non mi sembra giusto neanche fare gruppetti di lavoro che si allenino in orari diversi rispetto alla prima squadra, questa situazione sarebbe demoralizzante per chiunque. Io ho proposto una mia idea, che il giocatore dopo il secondo anno di contratto, se non rientra più nei piani tecnici e tattici può riscendere il contratto e cosi la società  risparmia sullo stipendio e lui liberamente può scegliere la squadra. Un esponente dell’AIC mi ha detto che questa è una soluzione intelligente, ma mi chiedo perchè non viene presa in considerazione. Se l’associazione calciatori non ne vuole parlare si prenderà  le sue responsabilità  e andrà  avanti per la sua strada. Premesso che noi giocatori non partecipiamo al tavolo delle trattative, ma ci rifacciamo a quello che dice l’AIC. Io però parlando con qualcuno ho avuto la sensazione che magari si va a discutere a un contratto collettivo, in funzione di un futuro contratto collettivo anche di B e di C. Ma le cose non stanno cosi, perchè ormai l’azienda calcio è complessa. Oggi tutte le categorie devono avere un sindacato, ma non per fare una discriminazione, solo perchè le problematiche che si presentano sono diverse. Perchè può succedere che se concedi determinate cose a giocatori di Serie A, queste non possono andare bene a giocatori di Lega pro. La rabbia dei tifosi? Per prima cosa bisogna capire il vero senso di questo sciopero e vogliamo precisare che non riguarda l’aspetto economico, che come avete visto non è menzionato negli otto punti, ma si tratta di diritti umani che sono imprescindibili per tutti. Io posso dire che tutti noi giocatori siamo consapevoli che dobbiamo dare una mano, perchè in questo momento il mondo del calcio è difficoltà . Ma la Lega non deve dimenticarsi di quei diritti che ha ogni persona. Una via di uscita c’è, ecco perchè io non sono d’accordo a scioperare.”

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