2014
AIA, tutti gli errori di Nicchi. E il terzo mandato…
NICCHI AIA SERIE A – Tante promesse e pochi, pochissimi fatti. Questo, secondo quanto rivelato da ‘Il Corriere dello Sport’, è il succo dei due mandati di Marcello Nicchi da presidente dell’AIA, lui che aveva ricevuto la carica dopo Calciopoli e aveva fatto sognare e sperare che qualcosa potesse cambiare.
OBIETTIVI – Dalla trasparenza al ricambio generazionale, passando per una comunicazione migliore. Tantissime promesse, ma nessun riscontro. L’unico fatto concreto è stata la difesa dell’autonomia tecnica, ma la crescita del settore arbitrale: solo due arbitri, Massa e Guida, sono stati promossi internazionali e il merito è di Farina e Braschi.
ADDIO – Braschi, appunto, il suo ‘tallone d’Achille’. Sì, perché già a settembre Nicchi ha fatto capire che questo sarebbe stato l’ultimo anno di Braschi: un controsenso, sarebbe come se un presidente di Serie A dichiarasse a inizio stagione ‘liberasse’ il suo allenatore con nove mesi di anticipo. Difficile possa esserci una crescita in tal modo, senza che nessuno sia tenuto sulla corda.
MANDATO – E poi c’è la questione legata al terzo mandato, che potrebbe ottenere solo grazie al 75% dei voti a favore, la maggioranza assoluta. Difficile arrivarci, e allora la sua soluzione sarebbe quella di abbassare la percentuale, arrivando al 51%. Un modo per avere la certezza di essere rieletto per la terza volta, lui che, essendo in pensione dopo essere stato direttore di banca, ha scelto di proseguire su questa strada. La prima reazione del Coni, però, è stata tutt’altro che positiva…