Calcio Estero
Aguero, addio City: la Serie A-nziani ci spera
La notizia era nell’aria, ora l’ufficialità della separazione tra Aguero e il Manchester City apre scenari di speranza anche per la Serie A
Dieci anni non si possono riassumere in un breve comunicato o in un post social: la storia d’amore tra Sergio Aguero e il Manchester City è una di quelle passioni che immagini non debbano finire mai. Eppure la vita va avanti, il calcio talvolta ancor più veloce e con buona pace di ciò che era stato fino a poco prima.
El Kun lascerà da leggenda e tutto fa presupporre che l’ultimo saluto che gli riserverà il club sarà il degno tributo a un campione unico. Miglior marcatore nella storia dei Cityzens, miglior realizzatore straniero nella storia della Premier League e quarto in assoluto. Numeri straordinari che hanno contribuito all’affermazione degli Sky Blues, con 4 campionati in bacheca che diventeranno con ogni probabilità 5 tra poche settimane. Senza considerare un’altra decina di trofei inglesi e quella Champions League che, chissà, mai come in questa stagione potrebbe arrivare.
Nemmeno il tempo di metabolizzarne la partenza che, ovviamente, già siamo tutti proiettati al futuro. Ma quale sarà il destino di Aguero? La Serie A sotto sotto ci spera anche se le casse piangono e il sex appeal internazionale è per poche, pochissime delle nostre rappresentanti. E d’altronde, i recenti risultati nelle coppe europee non possono invogliare più di tanto a trasferirsi nello Stivale.
Eppure il tam tam mediatico è scattato come d’abitudine, con Juve e Inter in cima alla fantomatica lista delle pretendenti italiane. Difficile, ma non certo impossibile come il mercato delle due antiche rivali ha dimostrato nell’ultimo triennio. E allora forse potrebbe non essere così improbabile convincere El Kun.
L’Italia è da sempre terreno di conquista e forte affinità per gli argentini, soprattutto se attaccanti e dal gol nel sangue. L’identikit di un bomber tra i più completi del panorama internazionale, rapido e letale come pochi negli ultimi 20 metri. Trentatré anni da compiere a giugno e una stagione vissuta da comprimario: caro Aguero, ascolta un cretino, non troverai nulla di meglio che prendere residenza da queste parti.
Dove lo trovi un campionato in cui il capocannoniere indiscusso, per quanto fenomenale, ha da poco spento 36 candeline? Un luogo paradisiaco dove un mito come Buffon a 43 anni cerca ancora una squadra per esibirsi da titolare o l’eroico Chiellini fa ancora la differenza andando per i 37. E lasciando la Mole bianconera, che dire allora di un Terminator svedese che a ottobre ne farà 40, ha segnato 15 gol in 15 partite, ha presentato il Festival di Sanremo e “comanda” Milanello in lungo e in largo. Ma potrei dilungarmi su Handanovic, Dzeko e chissà quanti altri: fidati Kun, nella Serie A-nziani ti sentiresti ancora un ragazzino.