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Agroppi, il ricordo di Natalino Fossati: «Era legato al Torino in modo viscerale: il mondo granata perde un altro architrave»
Agroppi, il ricordo di Natalino Fossati, suo amico ed ex compagno di squadra al Torino, il giorno dopo il suo addio
Natalino Fossati, ex difensore del Torino, ha voluto ricordare in una intervista a La Stampa Aldo Agroppi il giorno dopo la sua morte. Di seguito le sue parole.
ADDIO ALDO – «Aldo si sentiva un toscano al Filadelfia, era legato al mondo granata in modo viscerale: non me lo aspettavo, anche se lo temevo».
MANCATO POCHI GIORNI DOPO ORMEZZANO – «Si stanno staccando le luci granata, non vorrei che andassimo al buio, ma i tifosi del Toro non li spegni. Certo, la casa perde un altro architrave».
CHE TIPO ERA – «Era uno dei ragazzini che partivano dal Filadelfia per andare a giocare il derby sotto la pioggia, senza un ombrello. Era la maglia che contava e lui l’ha onorata come pochi».
TIFOSO DELLA JUVE DA BAMBINO – «Lo prendevamo in giro, ma si è ricreduto ed è diventato un anti-bianconero oltre ogni limite, anche più di un torinista. “Solo il granata ci salva da questa vita ingrata”, ripeteva sempre. Ma Aldo era anche molto altro, aveva una marcia in più».
L’AGROPPI MENO CONOSCIUTO – «Era generoso in campo come nella vita, per lui i soldi non contavano niente, aveva valore solo l’amicizia. E per me aveva un occhio speciale: quando allenavo in Toscana mi ha aiutato lui, alla Rondinella non volevano un piemontese in panchina. E poi non potevo mai pagare quando mangiavo al suo ristorante, ma se non ci andavo si offendeva».
CHE RAPPORTO AVEVATE – «Insieme a Cereser e Claudio Sala formavamo un bel gruppetto: è come se mi avessero tagliato un piede. Qualche tempo fa se n’è andato mio fratello Luigi, adesso ho perso un altro familiare».
LEADER – «Era il vero capitano del gruppo, ma c’era un motivo: Giorgio Ferrini non parlava proprio, mentre Aldo sapeva difendersi anche con i giornalisti. Quando c’era da fare la polemica era pronto. A lui piaceva andare contro il sistema, a volte facevamo fatica a calmarlo, era duro come un pezzo di marmo. Era Aldo Agroppi».