2014

Ag.Mbaye: «Inter, situazione gestita male. Servirebbe un ritiro»

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Accardi continua: «Ibrahima è u difensore e ieri ha fatto bene»

L’Inter sta vivendo uno dei periodi più chiacchierati della sua storia, con la dolorosa uscita di scena del Presidente Massimo Moratti che ieri ha rassegnato le dimissioni dal Presidente onorario. Il campo non aiuta la formazione nerazzurra che non è riuscita a superare il Saint Etienne in Europa League. Nella gara di ieri è arrivata la prima partita da titolare di Ibrahima Mbaye sulla corsia di destra. La redazione di Calcionews24.com ha intervistato il suo agente Beppe Accardi per fare il punto sul suo assistito e sulla situazione in seno all’Inter.

Accardi, ieri ci sono stati pareri discordanti sulla prestazione di Mbaye. Lei come la giudica?
«Allora è necessario partire da un presupposto: Mbaye è un difensore e ieri ha fatto molto bene in fase difensiva. L’Inter ieri ha fatto molta difficoltà a giocare sulle fasce, evidentemente era stata impostata la gara in una certa maniera. Ho letto di commenti sulla prestazione anche di Dodo ma se ricevi la palla quando sei già alto diventa difficile andare dentro ed atttaccare».

Crede che l’Inter si sia accontentata del pari?
«Spero di no ma se devo giudicare la prova di Ibrahima posso dire che dalla sua parte i francesi non sono mai entrati. Nel primo tempo ha fatto anche una chiusura difficile e importante, la sua prova non può essere giudicata negativamente a mio avviso»

L’ambiente nerazzurro non è sereno e questo si ripercuote sulla squadra che sembra molto bloccata…
«Sicuramente l’Inter non ha bisogno di tutte queste polemiche, di faide interne. Tutto quello sta succedendo oggi all’Inter destabilizza, quando l’ambiente perde il sorriso la squadra non può che risentirne. L’Inter deve fare un blocco unico, lasciare le polemiche fuori e coinvolgere tutti. L’Inter è un bene dei tifosi, posso capire tutte le problematiche ma se non ritrova un minimo di serenità la vedo dura».

Le dimissioni di Moratti sono un brutto colpo per i tifosi ma anche per i giocatori che hanno sempre visto in lui un punto di riferimento…
«Moratti è stato l’Inter, la sua famiglia ha dato tanto all’Inter e resteranno nella storia di questo grande club. Al di là degli alti e bassi che nello sport ci possono essere, Moratti ha messo anima e cuore e tanti soldi per l’Inter. Sicuramente le cose potevano essere gestite molto meglio, nella vita i geni o i fenomeni non esistono. Ma esistono persone che lavorano insieme, fianco a fianco per un bene comune, cercando la giusta alchimia che in questo momento è mancata molto all’Inter. Oggi non c’è serenità e lui ha scelto di farsi da parte per il bene della società, per amore dei colori nerazzurri».

Alcuni botta e risposta hanno aumentato la tensione?
«Dico solo che potevano essere evitati, senza dubbio. Quando le cose vanno male c’è sempre il rischio che tutti scappino, che tutti cerchino di scaircare le colpe. Adesso serve gente che si metta l’elmetto e vada a combattere. Faccio un esempio, quando è arrivato Ferrero alla Samp tutti ridevamo dietro le sue prime dichiarazioni e si domandavano dove potesse arrivare la squadra. Adesso è terza, certo il campionato è lungo ma con i suoi modi di fare ha portato serenità e allegria all’ambiente. E’ un personagio positivo, io sono convinto che l’Inter abbia una signora squadra ma tutte le componenti devono ritrovare serenità. Quando giocavo io e le cose non andavano si ricorreva al ritiro, un posto lontando dalle polemiche dove riuscivi a trovare la giusta concentrazione e a fare gruppo, Forse servirebbe questo all’Inter di oggi».

Dietro questo addio può nascondersi qualche attrito tra Moratti e Thohir che pubblicamente si sono sempre dati appoggio?
«Moratti lo conosciamo tutti, quando parla dell’Inter lo fa con il cuore in mano. Non ci sono mai interessi nelle sue dichiarazioni. Sono convinto che entrambi siano due persone intelligenti e capaci, le dichiarazioni di Moratti avevano l’obiettivo, forse non riuscito, di stimolare l’ambiente. Insieme trovaranno la via per fare il bene del club».

 

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