2012

Addio 2012, è la Juve la squadra dell?anno

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Ultimo giorno di un anno calcistico ricco di elementi di riflessione: le gerarchie del campionato sono state alterate dal ritorno ad altissimi livelli di un club che negli ultimi anni – complici le note vicende extracalcistiche – aveva abbandonato il palcoscenico ad altre realtà. La Juventus è tornata al posto che le compete e i fattori dietro la rinascita bianconera sono diversi.

UN UOMO AL COMANDO – Scudetto al primo colpo come succede ai più grandi, prima per punteggio nell’anno solare, ritorno ad alti livelli nella massima competizione europea, peraltro in un girone eliminatorio decisamente complesso. Dietro questi strabilianti risultati impossibile non ammirare la mano di Antonio Conte, un allenatore che prima di tutto è riuscito a restituire un’identità vincente ad una squadra che aveva smarrito la sua ragione d’essere. Oltre a grinta e determinazione c’è tanto altro: duttilità tattica, approccio offensivo a prescindere dal modulo, quadratura generale e soprattutto valorizzazione dell’organico a disposizione. La difesa della Juventus è attualmente la migliore in Italia ed una delle più accreditate a livello internazionale, eppure i vari Barzagli, Bonucci e Chiellini non sono pedine per cui – prese singolarmente – qualcuno avrebbe fatto follie per assicurarsene le prestazioni.

FATTORE PIRLO – Uno in grado di cambiare volto alle squadre. Andrea Pirlo è garanzia di qualità e personalità, di classe immensa e gestione dei momenti complessi di una gara e di un’intera stagione. Il suo enorme bagaglio di successi con le maglie di Milan e nazionale italiana – tutti vissuti da protagonista assoluto – hanno rassicurato il resto della squadra sulla circostanza di poter contare su un campione vero, su un calciatore diverso. Con Pirlo ci si trova in una banca sicura insomma. Lo sapeva bene Buffon, che al termine della scorsa stagione ha definito l’approdo del regista in bianconero con tali parole: “Quando la società mi comunicò che Pirlo sarebbe stato un giocatore della Juventus già avevo compreso che avremmo poi vinto lo scudetto”. Sorvolando sulla scellerata decisione del Milan di non rinnovare il contratto ad un genio del calcio in nome di una rifondazione poi concretamente praticata soltanto all’inizio di questa stagione.

LE SCELTE DELLA SOCIETA’ – Brava invece la dirigenza bianconera a fiutare l’affare, credere totalmente in Pirlo – e ci mancherebbe – affidandogli le chiavi della squadra. Ma non è stata questa l’unica scelta felice: negli ultimi due anni la Juventus ha investito efficacemente, garantendo ad Antonio Conte un organico di massimo rispetto. Fiducia a Barzagli, ottimi i colpi di Lichtsteiner, Vidal, Asamoah, Isla e Pogba che hanno assicurato alla squadra solidità e alternative valide nel settore di campo cruciale. E’ mancato l’assalto al tanto agognato top player nel reparto offensivo, ma l’approdo di Vucinic è stato foriero di qualità e talento, mentre Giovinco, Quagliarella e Matri si alternano al suo fianco e trovano comunque reti importanti. La Juve insomma è un qualcosa che funziona alla grande grazie all’insieme di fattori proposti: la grande sfida nell’immediato futuro è quella di confermarsi padrona d’Italia – e alla luce dei risultati del girone d’andata i presupposti non sembrano mancare – e fare strada in Champions League, dove il girone eliminatorio ha dato le risposte auspicate nelle ultime tre gare ed il sorteggio degli ottavi di finale (Celtic n.d.r.) non risulta affatto proibitivo. Un 2013 da fuochi d’artificio.

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