Acerbi, cuore Sassuolo: «Potevo andare all'Inter, ma...» - Calcio News 24
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2017

Acerbi, cuore Sassuolo: «Potevo andare all’Inter, ma…»

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francesco acerbi, sassuolo

Il Sassuolo è in difficoltà, ma Francesco Acerbi non ne fa un dramma: «Tra qualche anno, Bucchi sarà ricordato come Di Francesco»

Forse è uno dei giocatori più solidi del nostro campionato, uno di quelli su cui si è sempre potuto contare. Francesco Acerbi non è solo quindi il leader del Sassuolo, ma un centrale ormai d’esperienza che è riuscito a ritagliarsi il suo posto al sole in Serie A. A 29 anni, ha saputo affrontare ogni difficoltà, quindi anche il Sassuolo può risalire: «Partenza soft, ma l’allenatore non c’entra. Abbiamo patito i maggiori carichi di lavoro rispetto al passato, ma adesso stiamo bene. Mi dispiace che Bucchi venga criticato, perché è bravissimo». A “La Gazzetta dello Sport”, Acerbi analizza il problema neroverde: «Dobbiamo trovare dentro di noi le motivazioni per far meglio. A Sassuolo si sta troppo bene ed è pericoloso, perché si rischia di non fare quello che potresti. Bisogna sempre pensare in grande, altrimenti ce ne pentiremo. La testa è fondamentale: senza le giuste motivazioni, la stagione diventa un’agonia».

TUTTI CON BUCCHI – Le novità non sono state poche: «Il modulo è forse temporaneo: è passato al 3-5-2 per una maggiore compattezza. In campo vuole aggressività e lascia libertà al giocatore dietro la punta e questo dà a Berardi maggiore fiducia e responsabilità. Per me cos’è cambiato? Io sono un cavallo pazzo: giocando a tre dietro, salgo più spesso. Quello che non cambia è l’atteggiamento: do tutto e se perdo, non riesco a dormire». Sembra quasi che il Sassuolo non sia più sfrontato: «Se avessimo perso sfrontatezza, saremmo dei polli. Ce l’abbiamo dentro e dobbiamo tirarla fuori: tra qualche anno parleremo del Sassuolo di Bucchi come abbiamo fatto per quello di Di Francesco».

INTER E MERCATO – E pensare che sarebbe potuto andare all’Inter quest’estate: «Avevo deciso di lasciare Sassuolo e con l’Inter sembrava tutto fatto, ma la situazione si è complicata e non ho capito bene perché. Poi sono arrivate le offerte di Zenit San Pietroburgo e Galatasaray. Io non avrei fatto la guerra al Sassuolo, perché ho ottimi rapporti con Squinzi e Carnevali. Alla fine ho deciso di restare e sono contento. Certo, quando l’Inter alla tivù, mi dico: «Potevo esserci io lì…». Ma questo mi dà ulteriore motivazione: voglio giocare benissimo con il Sassuolo per meritarmi un grande club e dimostrare che non sono più il giocatore che si è visto a Milano».

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