Editoriale

Abraham e Osimhen, a voi il compito di scardinare questa “vecchia” Serie A

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In una Serie A che mette l’esperienza al centro dell’attacco, toccherà al neo romanista Abraham e al napoletano Osimhen invertire la rotta

Abraham e Osimhen all’assalto della Serie A. Nel campionato più “vecchio” d’Europa, la scelta in controtendenza tra le favorite allo Scudetto l’hanno fatta Roma e Napoli. Basterà per spostare gli equilibri?

Anche queste estate di calciomercato ha sostanzialmente mantenuto una linea di coerenza con il passato, con le big conclamate che si affideranno nella prossima stagione all’esperienza e all’usato sicuro per sistemare il reparto d’attacco.

A cominciare dall’Inter campione d’Italia in carica, che ha sostituito il “traditore” Lukaku (classe 1993) con il cigno di Sarajevo Edin Dzeko (classe 1986) che andrà ad affiancare (fino a prova contraria) l’intraprendenza di Lautaro Martinez. Profilo tutto sommato simile a quello del bosniaco scelto anche dal Milan, rapido a mettere le mani su Olivier Giroud (anch’egli 1986) per assecondare gli acciacchi di Zlatan Ibrahimovic (1981) e, perché no, magari giocarci accanto.

Se le milanesi hanno in qualche modo rinfrescato (si fa per dire…) i rispettivi attacchi, sotto il segno della continuità è stato sin qui il progetto di Atalanta, Juventus e Lazio. Gli orobici stanno resistendo alle cariche per Duvan Zapata e Luis Muriel (entrambi nati nel 1991), i bianconeri attendono lumi dalle lune di Cristiano Ronaldo (1985) e coccolano Alvaro Morata (1992), mentre Sarri avrà come freccia più appuntita il solito Ciro Immobile (1990).

La sfilata dei trentenni (e oltre) termina così sull’asse Roma-Napoli. L’investimento da oltre 40 milioni di Tiago Pinto si chiama dunque Tammy Abraham (classe 1997), titolare di un roster multietnico che comprenderà anche lo spagnolo Borja Mayoral (sempre 1997) e l’uzbeko Eldor Shomurodov (1995). L’ex centravanti del Chelsea dovrà forse scontare un periodo di adattamento al calcio italiano, ma ha potenza e freschezza tali da poter emergere anche dalle nostre parti.

Caratteristiche in qualche modo assimilabili a quelle di Victor Osimhen (classe 1998) che, dopo una complicata stagione di apprendistato tra infortuni e fesserie, è atteso alla consacrazione. E il gioco diretto e verticale di Spalletti sembra ideale per esaltarne le qualità nell’attacco della profondità. Ci sperano i tifosi napoletani, ma in fondo un po’ tutti gli amanti del calcio: c’è bisogno di facce nuove da mettere in copertina.

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