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Abodi: «Con Gravina c’è confronto: chi è a capo deve rispondere del sistema»

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Le parole di Andrea Abodi, ministro dello sport, sulle possibili dimissioni di Gabriele Gravina dalla presidenza della FIGC

Andrea Abodi, ministro dello sport, ha parlato delle possibili dimissioni di Gabriele Gravina dalla presidenza della FIGC. Di seguito le sue parole, riportate da Adnkronos.

GRAVINA – «Con il presidente Gravina ci sono tanti motivi di confronto. Chi è a capo di un organismo risponde del suo sistema, ma il luogo dove si discute è l’Assemblea federale elettiva ed è fra un anno, a meno che non ci siano delle fattispecie che non dipendono dal ministro o dal governo, che sono codificate e riguardano la gestione finanziaria o la propria coscienza. Di fronte a risultati negativi ci sono stati presidenti che si sono dimessi come il presidente Abete, Tavecchio e il sottoscritto dalla Lega di Serie B, non ho avuto bisogno di richiami di terzi. Abbiamo scelto liberamente in base alla nostra coscienza. Sono state imputate una serie di cose ma bisogna andare sui contenuti, ogni critica va rispettata, ogni analisi deve essere tenuta in conto, la politica non deve essere assente, io sono il punto di riferimento su queste tematiche».

MANCATE RIFORME – «Le mancate riforme sono una responsabilità del sistema e bisogna anche saper chiedere aiuto, un supporto, un sostegno. In ambito sportivo ci sono luci e ombre, ci sono fallimenti e mancate qualificazioni ma anche risultati come la finale del mondiale Under 20, la vittoria nell’Europeo Under 19, o ai risultati nella coppe delle nostre squadre di club con tre italiane nelle finali che mi auguro si possa replicare anche in questa stagione, con un miglior esito finale, però quando un sistema non riesce a produrre l’effetto sperato deve avere la capacità di chiedere un supporto».

DIRITTI TV – «Non si è fatto nulla dal giorno in cui due anni e mezzo fa si è detto no ai fondi. Si è detto no ad una ipotesi reale e si è fatto trascorrere il tempo in un confronto che non ha prodotto un’alternativa. Le soluzioni industriali non possono arrivare l’ultimo giorno in uno stato di necessità, ma si costruiscono per tempo. E’ stato uno spreco di tempo».

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