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2014

Abituatevi alle Taarabtate

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adel taarabt milan

Ecco Adel Taarabt, solo sregolatezza negli ultimi 2 anni e mezzo. Un talento da predestinato, al Milan per affermarsi

PULLMAN TAARABT VIDEO MILAN BOATENG – C’è una categoria di giocatori interessante da analizzare. È quella degli youtubers. Quei funamboli dei campionati esteri di cui generalmente si è visto ben poco, se non spettacolari highlights ritraenti dribbling, punizioni o altre giocate su Youtube. Mi viene in mente Junichi Inamoto e i suoi free-style con Ronaldinho (tipo questo), penso soprattutto a Neymar, che coi video su YouTube si è costruito una reputazione da star assoluta. A questa sottospecie di calciatori appartiene pure Adel Taarabt: cercando ‘Taarabt skills’ su YouTube si ottengono circa 17.400 risultati. Non pochi, pensando che parliamo di un 25enne che ha giocato solo per due stagioni in Premier League (segnando sette goal). Ed è sostanzialmente per video come questi, che Taarabt in Italia si era costruito un nome già a suo tempo. Tant’è che, dinnanzi alla prospettiva dello scambio di prestiti con Zaccardo, la sensazione generale tra i tifosi milanisti era di accogliere un affare evidentemente a loro favore. 

Ma, mai come in questo caso, YouTube incarna il mantra «non è tutto oro quel che luccica». O meglio, il talento luccica sì, ma tutto il resto non proprio. La sua prima squadra è stata il Lens, con cui esordisce in Ligue 1. Bisticcia con un compagno e fa le valigie, vola al Tottenham. Si presenta piuttosto male ai tifosi: «Venire al Tottenham è stato un errore, dovevo andare all’Arsenal». Non trova spazio, lo abbraccia Briatore al QPR, prima in prestito e poi a titolo definitivo. Il protagonista di The Apprentice rimane stregato da lui e al suo allenatore ordina solo una cosa: «Fallo giocare, sempre». Di storie su Taarabt ce ne sono tante. A cominciare da quella che ha raccontato pochi mesi fa Neil Warnock, il manager con cui è salito alla ribalta guidando i QPR alla promozione in Premier League. «Una volta, voleva uscire dal campo perché l’arbitro non gli aveva fischiato un fallo e aveva bisticciato pure con Derry. All’intervallo gli dissi: ‘Datti una calmata, sei il capitano’. Giorni dopo, mi ha mandato una lettera di scuse. Io gli risposi di scusarsi sul campo, facendoci vincere la partita successiva. E poi sì, battemmo il Pourtsmouth 2-0 e lui segnò il primo goal». Parliamo della stagione 2010/2011, l’apogeo della carriera di Taarabt. È il capitano, il fantasista, il goleador della squadra. Segna 19 reti, compie la maggior parte dei tricks presenti nei video su YouTube e in particolare, spella le mani di chi era al Loftus Road per il Boxing Day segnando quello che probabilmente è il suo goal più bello. A fine stagione i SuperHoops festeggiano la promozione e i tifosi canteranno «Taarabt’s too good for you». Taarabt è troppo forte per voi.

Ma l’idillio sembra già finito. Comincia la Premier League e cominciano i problemi. Come gli scontri in allenamento con Joey Barton e il derby perso 6-0 col Fulham, in cui Taarabt esce all’intervallo, prende il pullman e va a casa. Si parla di una fantomatica offerta del PSG da 20 milioni di sterline, Warnock non ha dubbi e dice più o meno quanto segue: «Se è vero, ce lo porto io a Parigi». La stagione successiva va un po’ meglio (5 goal), ma la sua squadra torna in Championship e Taarabt va in prestito al Fulham. A giugno è pronto a giocare un amichevole contro l’Algeria, ma Eric Gerets, ct del Marocco, lo esclude dai titolari. Taarabt la prende con filosofia e lascia la nazionale, dichiarando di non volerci più giocare «con o senza Gerets».

Gioca solo quattro partite intere al Fulham, si scambia complimenti col nuovo allenatore Rene Meulensteen: «Non lo conoscevo, è un grandissimo», «Ha le qualità per diventare uno dei migliori» gli fa eco il manager dei Cottagers. Poi arriva la chiamata del Milan, la squadra che già l’aveva cercato l’anno scorso. Quella volta Adel disse: «Il Milan oggi attraversa un periodo meno glorioso e non fa più parte dei top club nel mondo. Però sfondare in rossonero mi aprirebbe le porte di grandissime squadre come il Real Madrid o il Barcellona. E se pure il mio amico Boateng, che con me al Tottenham era un numero 6 e andava spesso in tribuna, gioca da 10, penso di avere qualche chance anch’io». Adesso, però, la situazione è ancora più difficile di come l’aveva diagnosticata l’anno scorso. Il Milan è persino meno glorioso, ma tra centrocampo e attacco può vantare una ridondanza quasi stucchevole. Honda, Kakà, Robinho, Saponara, El Shaarawy, Birsa. E, da oggi, Taarabt. Che arriva in prestito con diritto di riscatto (fissato a 7 milioni) e al Milan resterà almeno fino a giugno. E qualcosa lascerà. 

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