Abbiati senza filtri: «Ora riconosco il Milan, Montella e i cinesi disastrosi» - Calcio News 24
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2018

Abbiati senza filtri: «Ora riconosco il Milan, Montella e i cinesi disastrosi»

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Christian Abbiati è stato il team manager del Milan durante la breve era cinese e ne ha svelato aneddoti e particolarità

L’eccezione che conferma la regola. In tempi di ritorni a casa e rimpatriate tra vecchi amici, Christian Abbiati rimane a guardare. Lui da Milanello ci è appena uscito e anche se gli piacerebbe molto tornarci, per il momento ha ripreso a dedicarsi alla sua altra grande passione, le moto. Due mesi fa il portiere ha concluso una stagione turbolenta da un punto d’osservazione particolare, quello del club manager. Abbiati spiega: «Devi essere un aiuto per tutti e tutto: allenatore, ds, giocatori, staff. Ma è un ruolo strano, sempre sul filo dell’equilibrio. Se un giocatore fa una sciocchezza e gliela riferisci all’allenatore rischi di passare per spia. E’ un ruolo molto politico che non fa per me. Mirabelli mi aveva offerto un rinnovo ma io ho deciso di lasciar perdere». Abbiati spiega, poi, com’è stato lavorare sotto la proprietà cinese: «Il mio grande errore è stato fare paragoni con il vecchio Milan. Dove avevo punti di riferimento certi. Lì c’era invece molta confusione in ambito dirigenziale. Un’organizzazione fumosa che spacciavano per perfetta. Il modo in cui sia finita non mi stupisce, meglio così».

Il portiere spiega anche le differenze tra Gattuso e Montella: «Rino è stato un fenomeno, mi ha sorpreso molto come allenatore. E’ riuscito ad entrare nella testa dei giocatori motivandoli e stimolandoli. Consiglio ad Elliot di tenerselo stretto. Mentre Montella è stato un mezzo disastro. Non si fidava di nessuno ed era impossibile lavorare». Un giudizio su Mirabelli: «Una sorpresa positiva, è uno che si fa il mazzo. Ha gestito benissimo la faccenda del rinnovo di Donnarumma». L’ex portiere rossonero commenta così il ritorno al Milan di Maldini e Leonardo: «Sono due amici e due grandi professionisti che sanno fare il proprio lavoro. Sono gli uomini giusti su cui riedificare perché conoscono il Milan. Speravo tanto di rivedere Maldini di nuovo in rossonero».

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