2015

A tutto Reja: «Con De Laurentiis arrivammo alle mani, scena da film western»

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Il tecnico: «Perché l’Atalanta a 70 anni? Passione per il calcio»

«In Italia sono l’allenatore più anziano. In Europa mi batte solo Lucescu: tutti e due classe ‘45, lui di luglio, io di ottobre». L’esperienza di Edy Reja al servizio dell‘Atalanta: nel corso di una lunga intervista al ‘Corriere della Sera’, il tecnico goriziano ha svelato alcuni retroscena molto interessanti riguardo alla sua carriera, prima di calciatore e poi di allenatore.

ALLE MANI – La più interessante, senza dubbio, riguarda l’addio al Napoli. Tutt’altro che tranquillo: «Dopo un Napoli-Lazio arrivammo alle mani? Quasi. Ci divisero, a un millimetro dallo scontro, i giocatori. Una scena da film western… Il giorno dopo il presidente mi chiama come se niente fosse. Oggi ci sentiamo sempre». E il più grande rimpianto da giocatore? «Il Milan di Rocco: Di Bella, che mi allenava a Palermo, disse di no. Poi mi feci male: menisco. E il treno era passato».

PASSIONE– A settantanni, Reja ha voluto dedicarsi ad una nuova sfida. Il motivo è semplice: «Sarò banale: la passione. Il pallone che rotola mi piace ancora. Sento di poter dare qualcosa senza complicare la vita a nessuno. Adoro parlare ai giovani, far capire loro che il calcio è sport, prima che business: devi lavorare per te stesso, non per i soldi. Quando a fine giornata mi si avvicina un giocatore e mi dice “mister, che bell’allenamento”, ah: mi sento vivo. Dopo aver allenato più di venti squadre ricevo sms da tutti, anche da chi non ho mai fatto giocare. Alla faccia del cambiamento culturale del calcio italiano, che ora è molta immagine e poca sostanza, che si è ristretto fino a diventare troppo tattico e aggressivo, sì: il messaggio passa». 

I SINGOLI– Quanto ai giocatori, l’allenatore della Dea spende parole d’elogio per il ‘suo’ Biava, tornato a guidare la difesa della Dea nelle ultime settimane: «E’ il giocatore più sottovalutato che ho allenato. Mingherlino ma con una lettura del match che non ha nessuno. Il più forte? Klose. Cura fisica maniacale, calcolatore nato».

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