2014

A testa alta

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Tra sperimentazione ed attualità: il gesto di Seedorf che indica il cammino al suo Milan

SERIE A CHAMPIONS LEAGUE MILAN – C’è un gesto di Clarence Seedorf che lascia intendere più di ogni altro l’indirizzo del nuovo Milan: dopo il terzo gol subito da Higuain al San Paolo il neoallenatore olandese viene ripreso dalle telecamere mentre indica ai suoi calciatori di tenere alta la testa. Che tradotto vuol dire: rischiamo di esporci a brutte figure ma il cammino è quello giusto.

L’IDEA DI SEEDORF – A prescindere dalle dotazioni d’organico messe a disposizione dalla società è il Milan che deve fare la partita e non l’avversario: baricentro alto, quattro uomini prettamente offensivi in campo nel tentativo di aumentare il tasso di pericolosità della squadra. E’ palese che Seedorf stia sperimentando e dunque ricercando l’approccio giusto in vista della prossima stagione, un’annata in cui l’olandese sarà al timone del Milan dall’inizio e dunque potrà progettare il divenire: il rischio insito in una scelta così ambiziosa è quanto poi si è verificato al San Paolo, con il Napoli che ha gentilmente ringraziato per le praterie concesse approfittandone per esibire tutto il suo potenziale offensivo. Si è inteso dal primo minuto che la partita sarebbe potuta finire con un solo inequivocabile esito.

PERCHE’ OGGI NON FUNZIONA – Il 4-2-3-1 è un modulo molto particolare dove quasi nessun interprete può delegare ad un altro: con una difesa a tre i centrali possono far leva l’uno sull’altro, quando si marca a due i valori individuali devono essere elevati. Analogo ragionamento va applicato ad una mediana a due o a tre. E il Milan pecca proprio sotto tale profilo: i centrali difensivi – fatta eccezione probabilmente per Rami – non sono all’altezza della situazione mentre De Jong ed Essien sono centrocampisti di enorme esperienza ma che forse il meglio lo hanno già dato. Grande lavoro individuale anche per gli esterni bassi, il modulo scelto da Seedorf – e da tanti altri allenatori dell’elite europea – prevede densità solamente sulla trequarti, unica fetta di campo dove è consentita una momentanea prestazione individuale al di sotto delle aspettative perché nel caso restano altre due pedine in grado di accendere la manovra offensiva della squadra. A Napoli infatti ci ha pensato Taarabt, con Robinho assente ingiustificato ed Abate spaesato in un ruolo che non gli può appartenere.

MA LA CHAMPIONS LEAGUE? – Dicevamo in precedenza che Clarence Seedorf, in un campionato dove è difficile oramai chiedere obiettivi e ad eliminazione subita in Coppa Italia, faccia bene a sentirsi libero di sperimentare in vista della stagione futura. Tutto giusto se non si dimentica un ingombrante particolare: gli ottavi di finale di Champions League. Dove sarà inconcepibile concedere chilometri di campo ad un avversario che quando ha spazio a disposizione ti ferisce sanguinosamente. E il Milan, per rispetto ed onore alla sua storia, ha il dovere di non partire battuto di fronte alla sempre più solida realtà Atletico Madrid: impresa ardua ma è doveroso provarci. Magari – strappando eccezionalmente alla regola – infoltendo un centrocampo bisognoso di fosforo e sostanza: 4-3-3 o 4-3-2-1, giochiamo con i numeri, perché sarà fondamentale passare a tre in mediana per equilibrare la squadra. E giocarsela faccia a faccia, mai dire mai. A testa alta.

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