2017
Calciomercato, ecco come sono cambiate le 5 grandi
Sessione invernale di calciomercato conclusa, come sono cambiate Juventus, Roma, Napoli, Inter e Milan
Archiviata la sessione invernale del calciomercato 2016-17, è lecito tracciare il bilancio di come questa finestra abbia modificato le principali squadre di Serie A e dunque – eventualmente – alterato alcuni equilibri in essere. Segue l’analisi delle principali manovre di casa Juventus, Roma, Napoli, Inter e Milan: quali di loro hanno tratto beneficio? E chi nel caso ha perso qualcosa?
QUI JUVENTUS – Il club bianconero nell’immediato ha di fatto acquistato Tomàs Rincon dal Genoa e ceduto Patrice Evra al Marsiglia. Andiamo con ordine: il mediano venezuelano garantisce ad Allegri muscoli, corsa ed abnegazione, il tutto condito da fondamentali meno peggiori di quanto si vorrebbe raccontare. La recentissima evoluzione tattica però – il passaggio ad un 4-2-3-1 puro – toglie spazio al nuovo acquisto: con Pjanic e Khedira indiziati principali a schermare la difesa bianconera, resterebbe fuori anche Marchisio per intenderci. Rincon più utile dunque nel caso di ritorno ad un centrocampo a tre. Evra, chiuso dall’irruenza di Alex Sandro, pretendeva maggiore spazio: l’alternativa al brasiliano sarà Asamoah o all’occorrenza Chiellini, che in passato ha ricoperto il ruolo di esterno basso. Due operazioni per il futuro: Caldara, tra i pezzi più rappresentativi della giovane gioielleria atalantina, ed Orsolini che ben sta impressionando in Serie B con la maglia dell’Ascoli. Se si continua a lasciare via libera alla Juventus nel mettere le mani sui prospetti italiani più interessanti, sarà complesso invertire una tendenza che oramai dura da ben sei anni.
QUI ROMA – Fondamentalmente l’innesto di Clément Grenier dal Lione e la cessione di Juan Manuel Iturbe al Torino. Oltre alla mancata operazione (al fotofinish) Gerson–Lille: il tentativo di vendita rende poco spiegabile l’acquisto. Ma andiamo avanti: Grenier, considerata la recente discontinuità, al momento può vestire i panni di una mera alternativa ai centrocampisti – decisamente più strutturati – a disposizione di Spalletti. Può tornare utile in concomitanza dei prossimi quanto delicati impegni ravvicinati. Iturbe toglie oggettivamente poco: la storia con la Roma non e andata come era lecito attendersi ed il problema si è strada facendo tramutato da tecnico a psicologico. Cambiare aria l’unica soluzione possibile per ritrovare argomenti validi.
QUI NAPOLI – L’acquisto di Leonardo Pavoletti dal Genoa e Leandrinho dal Ponte Preta, la cessione di Manolo Gabbiadini al Southampton ed Omar El Kaddouri all’Empoli. Partiamo in questo caso da una cessione: il messaggio d’addio di Gabbiadini al mondo Napoli include tutti (persino Benitez che non c’è più) tranne Maurizio Sarri, chiara dimostrazione di un feeling evidentemente mai nato. Fattore che a questo punto scavalca le considerazioni prettamente tattiche: quelle che vogliono per l’assetto partenopeo un centravanti più di razza di quanto lo sia per caratteristiche naturali Gabbiadini. E’ quanto Sarri si aspetta da Pavoletti non appena avrà raggiunto una buona condizione atletica: ecco, se proprio vogliamo, il dubbio si annida sulla scelta di prelevare un calciatore infortunato nell’attesa di uno altrettanto indisponibile quale Milik. Per il futuro c’è il diciottenne Leandrinho: funambolo brasiliano che interessava a mezza Europa. Difficile vederlo presto, considerati i tempi di inserimento nella complessa quanto evoluta macchina di Sarri.
QUI INTER – Roberto Gagliardini in dall’Atalanta, Felipe Melo e Stevan Jovetic out, rispettivamente in direzione Palmeiras e Siviglia. L’impatto del centrocampista italiano ha oggettivamente lasciato a bocca aperta per personalità e consapevolezza: sin dalle primissime battute della sua nuova esperienza è parso giocare in questa squadra da anni. Questione di carattere in primis, poi di peculiarità tecnico-tattiche: ha gran fisicità e senso della posizione, abbinamento che occorreva alla nuova Inter di Pioli in un’unica persona. Dicevamo prima dell’opposizione alla Juventus nell’acquisto dei migliori giovani italiani: ecco, un primo cenno è arrivato. Le rotazioni con Brozovic e Kondogbia sono ora di garantita qualità: Medel retrocesso al ruolo di difensore centrale, quello svolto in nazionale con il suo Cile, Felipe Melo venduto per deficit di caratteristiche richieste. Ha salutato anche Jovetic, che al Siviglia ha subito sfoggiato il suo insindacabile talento, che all’Inter può lasciare maggiore visibilità all’oggetto misterioso di Appiano Gentile: Gabigol, trenta milioni per il cartellino di un fresco ventenne, promette quelle scintille che al momento non si sono viste. Osannato dal pubblico nerazzurro, ha ora un margine – purtroppo per lui ridotto dall’eliminazione incassata in Coppa Italia dalla Lazio – da sfruttare a pieno.
QUI MILAN – Sono arrivati Gerard Deulofeu dall’Everton e Lucas Ocampos dal Genoa, sono stati ceduti Niang al Watford e Luiz Adriano allo Spartak Mosca. L’addio a Niang non trova il consenso di chi vi scrive: il progetto Milan è di rara brillantezza ed oltremodo futuribile, a patto che i suoi migliori pezzi non vengano valorizzati per poi farli esplodere altrove. In soldoni: il Milan non deve vendere i suoi giovani. Perdonarli quando sbagliano, quello sì, ma non arrivare all’addio altrimenti il processo diventa inevitabilmente un gatto che si morde la coda. Nulla togliere a chi è giunto al suo posto: Deulofeu ed Ocampos sono certamente talenti di notevole interesse che, in un contesto guidato con eccellenza dal lavoro di Montella, possono dire la propria. Luiz Adriano era da un pezzo fuori dai giochi: raramente impiegato nella alternanze. Sullo sfondo lo scambio di portieri con il Cagliari: Gabriel voleva giocare, è tornata la vecchia conoscenza Storari.