2009
Napoli, Mazzarri: “Prima di perdere le tento tutte. Mou? Non mi manca”
Il tecnico del Napoli Walter Mazzarri ha rilasciato un’intervista in esclusiva a La Repubblica. Ne riportiamo alcuni tratti: “Il mio carattere? Ho temperamento ma non solo quello. Programmo, curo i dettagli, se non sistemo l’1% non ci dormo. Alla partita devo arrivare dopo aver fatto tutto il possibile. Il calcio non è una scienza esatta, ma proprio perchè ci sono imponderabilità e fattore umano, la preparazione ti fa sopravvivere. Se il mio carattere piace ai napoletani? Certo, ma se dietro il temperamento non c’è la sostanza i giocatori se ne accorgono e il boomerang ti torna addosso. Ai giocatori dico: sono al vostro servizio, chiamatemi 24 ore su 24, se risolviamo i problemi, i primi a beneficiarne siete voi. Mai andato in fibrillazione per la formazione, l’ho sempre chiara. E anche quando mi agito sono concentrato e razionale, l’opposto dell’istintivo. Forse vivo male le sconfitte, è vero, non ci dormo. Ma prima di perderle le tento tutte. E poi ho un rapporto sereno e diretto con i giocatori. La mia specialita? Direi la preparazione. E un giocatore vede subito se sei preparato o no. Il 3-5-2? I moduli li uso tutti ma se l’80% è predisposto a un gioco devi continuare così. La mia firma però è il 3-4-3. Il modulo non è tutto, sono fondamentali i movimenti e l’automatismo. Noi arriviamo a un possesso palla di 70′ e attacchiamo almeno in 5: Lavezzi, Hamsik, Cavani, Maggio e Dossena, più i centrocampisti e magari Campagnaro. L’allenatore in prima è un artista, un creativo. I giocatori preferiscono essere sorpresi. All’intervallo di Napoli-Milan nel 2009 sul 2-0 per loro i giocatori pensavano, ora ci sfonda: dissi solo, degli errori ne parleremo ora cambiamo così, si ricomincia da 0-0, facciamogliene tre. Due andarono benissimo. Il pubblico tutto questo lo capisce e mi piace lo striscione “Al di là del risultato”. Ho sentito fare paragoni col gioco di Vinicio. Il nostro attacco? I gol parlano per Cavani ma non solo: con la Roma ha rincorso Pizarro fino all’area. Il calcio di oggi è un attacco senza punti di riferimento. Cito Cassano e Bellucci nella mia Samp e la miglior Roma di Spalletti con Totti. Nessun attaccante per l’Italia? Beh offriamo Maggio, Dossena, Cannavaro e altri. A proposito di nazionale sono orgoglioso di Chiellini. Quando ero a Livorno lo vedevano un po’ cavallone e volevano venderlo allo Spezia. Li feci aspettare. Se mi manca Mourinho? Per come io penso debba essere un allenatore, no, non mi manca”.