2016
Paolo Rossi: «Juve forte, ma il campionato è aperto. Ranieri…»
Intervistato da “La Gazzetta dello Sport” durante il suo tour Mundial, Paolo Rossi parla della Serie A e dei suoi colleghi più attuali: «Il lavoro dell’attaccante è sempre importante. Icardi è concreto, Dzeko rinato»
Anche a 60 anni compiuti lo scorso 23 settembre, il sorriso un po’ malinconico è lo stesso di 34 anni fa quando, segnando sei gol nelle ultime tre partite del Mundial ’82, regalò all’Italia calcistica il trionfo più inaspettato della sua storia. Paolo Rossi, ormai Pablito – soprannome coniato da Enzo Bearzot – in tutti i continenti del globo, su quella straordinaria avventura ha realizzato una mostra itinerante e lo raggiungiamo a Prato dove è in corso la quinta tappa del tour. «Ogni appuntamento è un evento atteso e di successo – racconta Pablito – perché la gente ama rivivere le emozioni di quel Mondiale. E capita sia con i grandi che con le giovani generazioni. È un pezzo di storia che appartiene a tutti, che ha unito l’Italia, che ci ha reso orgogliosi agli occhi del mondo intero. Per questo motivo è una mostra molto richiesta in Italia e all’estero, tanto da dover fare delle scelte di luoghi e comuni dove portarla. Ogni volta è come risegnare tre gol al Brasile o vincere la finale contro la Germania».
CAMBIAMENTI – Paolo Rossi, però, è anche uno degli osservatori più attenti del calcio nazionale e internazionale, l’interlocutore migliore per analizzare quella che, cifre alla mano, sta diventando una stagione da urlo per gli attaccanti della Serie A. A una giornata dal termine del girone di andata sono già in cinque in doppia cifra e proiettando queste medie su tutto il campionato avremmo altrettanti giocatori sopra quota 20, un dato mai registrato da quando, nel 2004-05, la Serie A è tornata a 20 squadre. Che significato dà a questo boom? «È la conferma dell’importanza eterna degli attaccanti. Il calcio si evolve, cambia, ma alla fine il gol è la sintesi del lavoro e della compattezza della squadra».
BOMBER – In testa alla classifica cannonieri c’è Icardi: «Forse il più concreto del gruppo: anche nelle partite complicate riesce a crearsi l’occasione giusta e quando ce l’ha la sfrutta. È micidiale». A 13 gol ci sono Belotti e Dzeko: «A livello individuale sono le due sorprese della stagione. Il granata è l’attaccante italiano più forte. Ha fatto la giusta gavetta prima di esplodere e rappresenta il futuro della Nazionale. Mi piace perché incarna alla perfezione il prototipo che ho in mente dell’attaccante italiano: un misto di tecnica e forza fisica. Mi ricorda Suarez del Barcellona. Dzeko invece mi ha stupito in positivo: dopo la deludente stagione dello scorso anno è riuscito a riproporsi a questi livelli e sta dimostrando con i fatti di essere un attaccante di fascia alta». Dopo i 36 gol dello scorso anno, Higuain è a 10. Sembrano pochi…: «Ha meno continuità rispetto alla scorsa stagione ma è cambiato anche il contesto. Secondo me è l’attaccante perfetto, lo metto tra i primi 5-6 al mondo insieme a Suarez, Lewandowski e Diego Costa. Oltre ovviamente a Messi e Ronaldo».
TITOLO – Sulla Roma contender principale della Juve per il campionato, Paolo Rossi si sbilancia a favore dei giallorossi: «Io dico di sì. Nonostante il vantaggio della Juventus che resta la squadra in assoluto più attrezzata, ci sono ancora margini per il recupero delle altre. Il campionato è lungo. Roma e Napoli sono le realtà più competitive, vediamo se riescono a trovare il modo di agganciare i bianconeri». La sorpresa della stagione? «Il Milan, nessuno si aspettava che potesse essere fra le prime. Invece può arrivare lontano, ha grandi chance quantomeno di arrivare in Europa». In campionato, però, la Juve potrebbe vincere il sesto titolo consecutivo. Ci si chiede se quella attuale sia più forte di quella in cui giocava Rossi: «Mettere a confronto due epoche così lontane non è semplice, ma io scelgo la mia Juve, quella di Platini e Boniek. Per ragioni affettive, ma anche perché era più completa».
OSCAR – Paolo Rossi riserva un’ultima battuta sul vincitore di un eventuale Oscar 2016: »Senza dubbio a Claudio Ranieri. Ha fatto un’impresa epica portando il Leicester alla vittoria in Premier e sono molto orgoglioso per la sua vittoria. Un successo made in Italy».