Emiliano Viviano è il John Belushi della Sampdoria e del calcio italiano? Forse, ma stando alle sue parole è un personaggio particolare e da raccontare

Emiliano Viviano si sente in piccolo come John Belushi. Il portiere della Sampdoria sa che il calcio non è rose e fiori e qualcuno può essere preso da depressione, il rapporto di un giocatore col successo è difficile proprio come successe a Belushi. Il doriano racconta di aver parlato tanto con Gigi Buffon della depressione e che nel mondo del pallone il vero rischio è non sapere gestire la pressione e la notorietà: «Come Belushi, noi siamo uomini di spettacolo ma dobbiamo essere anche da esempio ed è complicato». Il portiere sente di avere qualcosa in comune con l’attore americano soprattutto nel vivere il proprio mestiere al cento per cento e nell’avere a che fare contemporaneamente sia con il top che con gli ultimi. Viviano si sofferma anche su alcuni colleghi dicendo che di Balotelli se ne parla troppo per quello che fa di sbagliato fuori dal campo, mentre su Cassano afferma: «Lui è grande, fa fatica a non dire quello che pensa e va sopra le righe. Sa che poteva fare di più ma è contento. Ha acuto niente e ha avuto tutto».
VIVIANO FUORI DAL CAMPO – Le qualità umane nel calcio spesso emergono in uno spogliatoio e secondo il blucerchiato ci sono giocatori veri in grado di dare il meglio nei momenti difficili, vedi gli juventini o Seedorf per fare un esempio: «Certi giocatori sono ragazzini pieni di soldi con una cerchia che li spinge. Fossi un allenatore picchierei sempre qualcuno, per questo Giampaolo è un fenomeno anche se alla Samp c’è uno spogliatoio meraviglioso». Viviano quindi non si risparmia nelle uscite fuori dal campo e parla anche della sua esperienza inglese, dove non ha ritrovato il concetto di gruppo che si vede in Serie A. Infine a La Gazzetta dello Sport parla del suo amore per la musica e del suo rimpianto: «L’Inter voleva tenermi come riserva di Julio Cesar, non ci ho creduto e sono andato via…».