2016
Campedelli: «Avrei voluto i 40 punti già a Natale»
Il presidente del Chievo Verona, Campedelli, ha parlato in occasione della cena di Natale tornando sulla trattativa per Balotelli e parlando dei cinesi dell’Inter
CAMPEDELLI, AGGIORNAMENTO – Il presidente del Chievo Verona, intervistato anche da L’Arena, ha affrontato diversi tempi: dalla stagione in corso al primo storico campionato in Serie A della squadra veneta. Campedelli si dice soddisfatto per il lavoro di Maran e non si accontenta della salvezza. I gialloblù, infatti, hanno distanziato un bel po’ la terzultima e sognano di poter arrivare in Europa così come già fatto in passato. Il numero uno dei clivensi si concentra, poi, sulla prossima gara di campionato che vedrà i gialloblù affrontare il Palermo, allenato dall’ex Corini. Secondo Campedelli quella in Sicilia sarà una partita molto complicata, perché il tecnico rosanero sa far giocare molto bene le proprie squadre. Infine un sogno per Natale: «Avrei voluto i 40 punti, così da vivere in serenità il girone di ritorno»
Tradizioni da rispettare. Ogni anno, il Chievo Verona raduna per un pranzo di Natale tutti i giornalisti che a vario titolo frequentano l’ambiente per passare una serata diversa. Il presidente Campedelli parla a “La Gazzetta dello Sport” del mancato arrivo di Mario Balotelli, sogno di una notte di mezza estate della società clivense, ma anche degli obiettivi futuri e non solo. Il numero uno dei gialloblù si siede accanto a Rolando Maran («L’anno scorso era troppo presto per lasciarci, tra qualche mese vedremo») e chiede un regalo anticipato a Babbo Natale («40 punti già oggi, per non soffrire»).
PARLA IL PRESIDENTE DEL CHIEVO CAMPEDELLI – Prosegue il numero uno del Chievo: «Balotelli non è cattivo. Il suo problema è la riconoscibilità: se fa una stupidata lo sanno tutti. Ma è molto meglio di quanto appaia. Non so quanto siamo stati vicini alla sua firma, spero ricordi con piacere il nostro pranzo. L’arrivo dei cinesi? Hanno tanti soldi ma sono lontani.La nuova proprietà nerazzurra dice solo “fozza inda”, in Lega Thohir interviene meno di me. Moratti era anche un tifoso, i cinesi sono manager. Io quasi tutti i giorni vengo agli allenamenti, è importante. Non basta pagare gli stipendi».