Sarri nella storia del Napoli: ora va premiato - Calcio News 24
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2016

Sarri nella storia del Napoli: ora va premiato

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napoli callejon

Il Napoli di Sarri si sbarazza del Benfica ed entra nella storia: i partenopei vincono il girone di Champions League, non era mai accaduto prima

La notte di Lisbona: al Da Luz passa il Napoli con insindacabile merito. Una prestazione perfetta vale la vittoria sul Benfica ed il primato definitivo del Gruppo G della Champions League 2016-17: non era mai accaduto prima nella storia partenopea. Né con Benitez, che con un punto in più si ritrovava eliminato, né con Mazzarri, che con gli stessi punti centrava il secondo posto alle spalle della potenza Bayern Monaco. Esperienze che hanno condotto il Napoli dritto in seconda fascia, costruendo nel tempo la possibilità di disputare un girone più agevole.

NAPOLI INTEGERRIMO – Nulla ha smosso la banda Sarri dal raggiungimento dell’obiettivo massimo: le confortanti notizie che arrivavano da Kiev avrebbero potuto indurre ad un infantile rilassamento, con la qualificazione che giungeva in dote dalla roboante sconfitta del Besiktas. Il Napoli invece, già forte di un convinto approccio alla gara, ha continuato a macinare gioco senza concedere nulla al temibile avversario portoghese: conseguenza scontata è stata una vittoria che spedisce dritto nella storia il Napoli di Maurizio Sarri. Le firme quelle di due tra gli uomini più esperti – Josè Callejon e Dries Mertens – di un gruppo che annovera giovani di enorme prospettiva.

UNA PROSPETTIVA INCANTEVOLE – Sarri se ne convinca: si può vincere anche con i giovani. La testimonianza più fantascientifica in tal senso arriva dal Borussia Dortmund, con il ciclo di vittorie iniziato nella stagione 2010-11. La formazione titolare con cui gli uomini di Klopp si imposero a Monaco ed andarono a prendersi la Bundesliga, con relative età individuali: Langerak (22), Piszczek (25), Subotic (22), Hummels (22), Schmelzer (23), Bender (21), Sahin (22), Grosskreutz (22), Gotze (18), Barrios (26), Lewandowski (22). Età media: 22,27. Vinsero anche l’anno dopo. Due anni dopo, con aggiunta di due altri vecchietti quali Gundogan e Reus, centrarono la finale di Champions League, inchinandosi soltanto all’ultimo minuto. Ragazzini terribili, guidati da un allenatore visionario. Il Napoli ha chiuso la sfida del Da Luz con un ’97 (Diawara), un ’95 (Rog) e due ’94 (Hysaj e Zielinski). Nel complesso ha tanti calciatori rappresentativi nati dal ’91 in poi (Koulibaly, Ghoulam, Allan, Jorginho, Insigne, Milik, Gabbiadini), ha i suoi simboli non ancora trentenni (Hamsik, Callejon e Mertens) fatta eccezione per gli ottimi spagnoli Reina ed Albiol. Insomma quello a disposizione di Sarri sembra un mix perfetto di esperienza e sfrontatezza: se il tecnico partenopeo sceglierà di intraprendere questa via con convinzione – ma nelle interviste post-gara è tuttora timido sull’argomento, essenzialmente quando ricorda le difficoltà di lavorare con elementi poco esperti – il sentiero del Napoli è a tratti commovente.

IL PREMIO A SARRI – Nel frattempo il tecnico partenopeo va premiato: il traguardo centrato non ha sola rilevanza storica quanto anche economica. Vale ulteriori trenta milioni qualora il Napoli dovesse fermarsi agli ottavi: altrimenti ancor più. Ma restiamo con i piedi per terra: oggi il club di Aurelio De Laurentiis ha il margine per centrare un colpo nella prossima sessione invernale di calciomercato. Quell’argomento così poco caro a mister Sarri ma che deve tramutarsi nel suo riconoscimento: la squadra ed il suo allenatore si sono messi nelle condizioni per essere premiati. A questo Napoli serve un grande centravanti: poche storie, Gabbiadini non lo è. Non può esserlo per una questione meramente tattica: ha nel suo arco i movimenti verso la sua metà campo, quelli da sponda per intenderci, non ha quelli verso la porta avversaria. Non attacca la profondità, non ha i tagli. Ed occorre per come si è messa la stagione: primo posto nel girone di Champions League, imminente probabilità di beccare dall’urna di Nyon un avversario di massimo rilievo internazionale. Presentarsi al grande appuntamento con la coperta corta, con qualche pezza messa qua e là, non sarebbe confortante. Capitolo campionato: il Napoli può limitare i danni e provare a rosicchiare qualche punto per sorreggere una classifica al momento insufficiente, ma è superfluo girarci intorno, dal primo gennaio ha bisogno di lavorare con un centravanti vero. In attesa del pieno (e non immaginario) recupero di Arkadiusz Milik. Acquistare insomma un centravanti forte e giovane: scandagliare il mercato per rintracciare la soluzione giusta. Non un ripiego, ma un valore aggiunto per aggredire questa stagione.

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