2016
Allo Stadium il Napoli ha trovato una stella
Il Napoli esce ancora battuto dallo Juventus Stadium, ma è la notte della consacrazione di Amadou Diawara
Niente da fare: il tabù Stadium resta in piedi per gli uomini di Sarri. Napoli ancora una volta sconfitto dai campioni d’Italia nel proprio impianto, vince la Juventus ma i partenopei – sul piano della prestazione e della proposizione – non hanno affatto demeritato. Anzi, tutt’altro. Resta ovviamente una magra consolazione: sette punti di distacco dalla capolista dopo undici giornate di campionato non rappresentano il biglietto da visita più credibile.
ERRORI – Due errori individuali, nella notte dello Juventus Stadium toccati entrambi allo sventurato Ghoulam, che vanno a condizionare una prova coraggiosa, messa in piedi nonostante assenze determinanti che – al netto dei valori tra le due contendenti – avrebbero stroncato chiunque o quasi. Errori che però, non casualmente, accadono sempre da una parte: il Napoli di Sarri, sul piano della struttura di squadra e delle potenzialità dell’organico, resta l’unica credibile anti-Juve. Ma continua a fallire questi appuntamenti per via di leggerezze che dall’altra parte mai si verificherebbero. E’ qui tutta la differenza: la Juventus non avrebbe mai perso questa partita nelle modalità in cui è accaduto al Napoli.
NASCITA DI UNA STELLA? – Nonostante tutto c’è un motivo per sorridere: Amadou Diawara. Terminato il lungo periodo di adattamento che evidentemente occorre per accedere alle stanze segrete del Napoli di Sarri, il centrocampista guineano si è preso la cabina di regia della squadra e proprio nella notte più attesa ha iniziato a brillare di luce propria. Una prestazione maestosa per coraggio e lucidità: non ha sbagliato un pallone, ha sempre giocato a pochi tocchi, è sembrato vestire la maglia azzurra da una vita. Perfettamente integrato in un meccanismo che ha giocoforza appreso più rapidamente di quanto lo stesso Sarri si attendesse. Straripante in fase difensiva, ha più volte sradicato il pallone agli avversari senza commettere fallo, quel che però lascia oggettivamente esterrefatti è la personalità – e la serenità – con cui ha dettato i tempi alla squadra senza mai ricorrere alla giocata banale.
PROSPETTIVA – Un mostro classe ’97 che da pochi mesi ha compiuto diciannove anni: stare in campo con tanta disinvoltura, a quest’età, è fattore che non mente. Che non può mentire: Amadou Diawara è una stella del calcio italiano. Il Napoli ha avuto visione nel costruire la squadra del post-Higuain: 90 milioni di euro investiti in una prospettiva brillante, radiosa, se i primi effetti sono quelli che stiamo iniziando a scorgere. Quindici sono stati riversati nelle casse del Bologna per Diawara ed altri 16 in quelle della Dinamo Zagabria: sarà presto – o almeno si spera – il turno di Marko Rog (classe ’95), l’altro talento del calcio europeo che il direttore sportivo Giuntoli ha voluto a tutti i costi. E’ questa la nitida traiettoria lanciata dal nuovo Napoli, pensando anche ai ’94 Milik e Zielinski: un ciclo che si può aprire ora e durare per anni. Ad un patto: che si resista sul capitolo cessioni. Non si può costantemente smantellare e ricostruire, pur se ti chiami Napoli e sai che prima o poi alla tua porta busserà un club più blasonato. La prova di forza è proprio questa: resistere. Con questo organico l’alba è dietro l’angolo.