Lecce, De Canio: "In A si erano dimenticati di me. Ora salvezza e spettacolo" - Calcio News 24
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2009

Lecce, De Canio: “In A si erano dimenticati di me. Ora salvezza e spettacolo”

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Sulla Gazzetta dello Sport troviamo le parole di Gigi De Canio, tecnico del Lecce: Ã?«La vocazione offensiva del Lecce? Può meravigliarsi solo chi non mi conosce… Partiamo dal 4-3-3 con il quale abbiamobattuto il Catania: tra i 6 giocatori utilizzati nei reparti avanzati, solo Vives ha caratteristiche di interditore. Ma al suo posto in genere gioca Giacomazzi, domenica squalificato. E poi Grossmuller e Piatti a centrocampo, Jeda, Corvia e Olivera nel tridente d’attacco. Ho sempre cercato la trazione anteriore con le mie squadre: la più spettacolare resta l’Udinese, stagione 1999-2000. Modulo 3-4-1-2, a centrocampo Biscard, Fiore, Giannichedda, Jorgensen, trequartista Locatelli, con Muzzi e Sosa avanti. La classifica? Penso esclusivamente alla salvezza. Non guardo l’attuale classifica, roba… dell’altro calcio. Il Lecce è a pari punti con Juventus, Palermo e Genoa, con lo stesso Bari, che ha una base solida da due anni. E troppi “intrusi” nei bassifondi: lì sono solo di passaggio Sampdoria, Fiorentina, Parma e Roma, la stessa Udinese, che in attacco dispone del goleador Di Natale, Floro Flores e Sanchez. Sono curioso di scoprire quanto può crescere il Lecce. Se diventeremo più rapidi nel gioco in verticale, arriveremo più agevolmente al tiro. Rassegnazione dopo il 4-0 col Milan? No, sapevo quanto eravamo, e siamo anche adesso, in ritardo nel processo di crescita. Contanti stranieri e, soprattutto, tanti giocatori reduci da delusioni nel calcio europeo, avevamo bisogno di tempo per diventare squadra. Ora addirittura piangiamo almeno 3 punti persi per strada: aCesena avremmomeritato il pareggio e a Palermo siamo stati raggiunti sul 2-2 al 93′. Il mercato? Una società  come il Lecce non può consentirsi investimenti onerosi. Così, avendo abbandonato la strategia di mercato, che mirava all’acquisizione di tanti giovani di prospettiva, abbiamo scommesso sulla voglia di riscatto di Olivera e Chevanton, sulle qualità  di Jeda e Piatti. E abbiamo voluto Rispoli, Bertolacci, Sini, Brivio e Donati. Quanto al mio ruolo sul mercato, ci ho rinunciato: preferisco concentrarmi solo sul lavoro di allenatore. Qualcuno ha voluto equivocare sui miei compiti, ma l’a.d. Fenucci, a tutti gli effetti, ha condotto le trattative. Da qualche giorno ho comunicato alla società  di non voler più interessarmi di mercato. I dirigenti hanno competenza e risorse per muoversi da sè. Ho ancora due anni di contratto, che mi erano stati concessi per l’ampio mandato conferitomi dalla famiglia Semeraro: resterà  il grande rapporto col club e la disponibilità  a far crescere il Lecce. Ritorno in Inghilterra? Mai dire mai. Certo, la Liga mi intriga molto di più, per la ricerca del calcio spettacolare. Ma ora inseguo nuove gioie col Lecce: riconquistata la Serie A sul campo, proverò a tenermela stretta. Tanti si erano dimenticati di De Canio. Dopo le salvezze col Siena, sono rimasto senza panchina per un anno emezzo, sino alla chiamata di Briatore per il Queen’s Park Rangers, Seconda divisione inglese”.