2016
Pirlo: «Siamo ambiziosi, qui calcio in crescita»
Andrea Pirlo si racconta e in una lunga intervista fa il punto dopo aver concluso il suo primo campionato negli States
Andrea Pirlo a tutto tondo. L’ex regista bianconero, da poco più di un anno negli states, non ha avuto la strada spianata fin da subito in MLS. Nonostante il suo indiscutibile talento e la classe senza età, ci ha messo quasi un anno a segnare la sua prima rete, rigorosamente su punizione, con la maglia del New York City.
AMBIZIONE – Una stagione comunque ottima quella del club newyorkese, come confermato dal numero 21: «Mica è facile dopo neppure due anni riuscire a costruire una realtà come la nostra: lottare per il titolo all’Est, arrivare secondi nella Conference e andare ai playoff. Questo era l’obiettivo che ci eravamo posti all’inizio del campionato e l’abbiamo centrato con una manciata di match d’anticipo», ha raccontato a La Gazzetta dello Sport. «Abbiamo ambizioni da titolo, perché le partite sono state sempre equilibrate. È un po’ la storia di questa Lega, in cui molte squadre si equivalgono. Stiamo tutti bene fisicamente, ce la possiamo giocare con chiunque».
LA CURA – Il movimento calcistico statunitense è in continua crescita, ma per il salto di qualità finale, Andrea Pirlo, ha la soluzione: «Per far crescere il movimento non servono soltanto le stelle. Anche quelle, certo, ma ci vogliono allenatori che vengano a insegnare e portino con loro la giusta mentalità. Molti calciatori qui escono dai college senza aver appreso niente: perdono tempo. E si ritrovano in una Lega professionistica a 21 o 22 anni con una conoscenza del soccer del bambino italiano appena uscito da scuola».
IL PROBLEMA – In ultimo, Pirlo ha evidenziato quale sia la ragione della mancata nascita di campioni assoluti nel calcio a stelle e strisce: «Perché non ci sono le Accademie. Si gioca nelle scuole, ma a livello prevalentemente creativo. Non c’è un concetto di allenamenti specifici di livello professionistico anche per i bambini, come esiste da noi».