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Ci avevate dimenticato?

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Il ritorno della Fiorentina: a tre punti dal terzo posto, tre vittorie esterne consecutive che hanno rilanciato la banda Montella. Ecco i fattori

Toh, chi si rivede. L’avvio di campionato della Fiorentina di Vincenzo Montella è da annoverare tra quelli da incubo: le prime undici giornate dell’attuale Serie A ci raccontavano di una squadra intrappolata nella seconda metà della classifica e già lontana otto punti dalla terza piazza allora occupata dal Napoli. Oggi lo scenario è assolutamente diverso.

IL RITORNO – Proprio la sconfitta interna subita dal Napoli al Franchi ha radicalmente mutato il volto della stagione viola: in quel momento le strade percorribili erano due, lasciarsi prendere dallo scoramento e mollare – indirizzandosi dunque verso un campionato del tutto anonimo – o reagire con orgoglio e rilanciarsi sui livelli che competono ad una realtà così ambiziosa. La Fiorentina ha fortunatamente trovato gli argomenti validi per imboccare la seconda strada ed ha inanellato tre vittorie esterne consecutive – sui campi di Verona, Cagliari e Cesena – intervallate dal pareggio casalingo con la Juventus. Il tutto – a cui va aggiunto il primo posto nella fase a gironi dell’Europa League, alla portata ma mai scontato – corroborato dai dati sia difensivi che offensivi: due i gol subiti nelle ultime quattro giornate (uno dei quali peraltro dovuto ad una clamorosa mancanza di Neto), dieci quelli segnati. E’ singolare osservare come gli uomini di Montella presentino statistiche di fatto identiche a quelle di Sampdoria e Genoa appaiate (con la Lazio) al terzo posto: hanno realizzato tutte e tre venti reti, uno in più (13) ne ha incassato la squadra di Gasperini rispetto a Fiorentina e Sampdoria (12).

I FATTORI DELL’INVERSIONE – Visibile e palese la crescita di Stefan Savic: il centrale montenegrino ha messo da parte le discontinuità di rendimento a cui aveva abituato nelle due prime annate italiane ed è diventato un difensore di enorme affidabilità. In fase di marcatura come nell’impostazione delle prime battute della manovra: l’intesa con Gonzalo Rodriguez si è affinata nel tempo, la difesa a tre peraltro – con l’inserimento del nazionale argentino Basanta nella batteria dei titolari – aiuta entrambi a sentirsi più sereni e della ritrovata tenuta complessiva ne ha giovato anche Neto. Mettendo da parte l’erroraccio di Cesena il portiere brasiliano sta facendo parlare di sé più per il buono che per altro. L’effetto a cascata si riversa su un centrocampo che, maggiormente protetto, può dedicarsi alla fase attiva del gioco: la qualità non manca, alle volte si è scontrata con la difficoltà nel tramutarsi in proficua ma ad oggi le dinamiche girano per il verso giusto. Bene anche le fasce: Alonso deve scrollarsi di dosso qualche riverenza di troppo, Joaquin nelle vesti del vecchio fluidificante di una volta – esperimento sulla carta un po’ matto – ha nelle gambe sessanta minuti di ottima qualità.

TRA GOMEZ E CALENDARIO – Il resto, tutto il resto, deve farlo Mario Gomez: è giunta l’ora di ricambiare quanto società e dirigenza toscana hanno fatto per lui. Atteso, coccolato, venerato: senza mai perdere la pazienza. Venti milioni al Bayern Monaco un’estate fa ed oltre quattro di ingaggio al tedesco che oggi – tra infortuni e vicissitudini varie – sono valsi la penuria di cinque reti: per uno che tra club e trafila nazionale si era presentato con un curriculum vitae di 266 gol a ventotto anni appena compiuti va da sé come le aspettative riposte fossero del tutto differenti. Mario Gomez ha tutti gli strumenti necessari per stravolgere la stagione della Fiorentina: se torna lui siamo di fronte probabilmente alla realtà più completa tra le tante che ambiscono al terzo posto. Oggi non si può definire tale proprio per l’assenza di un conclamato bomber da venti reti a campionato. Ed il calendario aiuta: gli uomini di Montella hanno già affrontato tutti gli scontri diretti – oltre a Juventus e Roma – e chiuderanno il girone d’andata con Empoli e Palermo tra le mura amiche del Franchi, Parma e Chievo in trasferta. Uno scenario che potrebbe riscrivere ulteriormente la classifica della Fiorentina al giro di boa e lanciare segnali definitivi a chi troppo presto l’aveva dimenticata. 

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