2015
Jovetic forte ma la Juve la cambia Cavani
La Juventus si interroga sulle sue strategie di calciomercato: meglio aspettare lestate
Meglio aspettare. Attendere tempi migliori, più maturi. Restare oggi come si è (forti) ed affondare il colpo giusto al momento giusto. Tradotto: la Juventus ha raggiunto un livello tale di forza, consapevolezza, completezza e maturità che innestare tanto per farlo non ha senso. O al peggio potrebbe addirittura risultare nocivo ai consolidati equilibri della squadra.
JUVE-JOVETIC – Ma andiamo con ordine. Non che questo qui sia un brocco, intendiamoci subito a scanso di equivoci: Stevan Jovetic è un calciatore di ottimo livello, estremamente talentuoso e dalla discreta personalità. Classe ’89, ha tutti gli anni avanti a sé per definire una carriera tuttora in bilico tra quella di un gran bel calciatore e quella di un fuoriclasse. Entriamo nei termini dell’operazione per comprenderne l’eventuale opportunità: Jovetic costa oltre trenta milioni di euro e risulterebbe immediatamente il colpo più costoso dell’era Andrea Agnelli. Ma il montenegrino cambierebbe la Juventus? Da oramai un anno e mezzo al Manchester City, vuoi per gli oramai proverbiali malanni fisici che per alcune discontinuità di rendimento non ha mai trovato il modo per imporsi in un top club. E la Juventus lo è. Bianconeri peraltro, ad oggi, assolutamente coperti in quel ruolo da uno straripante Carlos Tevez.
COSA SERVE AD ALLEGRI? – Sì, perché a voler accedere nei meandri dell’organico juventino occorre chi in grado di far saltare il banco. Guardiamo dove è arrivata oggi la Juve: da tre anni campione d’Italia, capolista dell’attuale classifica, le difficoltà sono arrivate tutte dal palcoscenico europeo lì dove la squadra ha fatto fatica a rintracciare le sue coordinate. Jovetic non è l’uomo dei gol, o al massimo lo è fino a quel punto in cui la Juventus è già debitamente coperta: due soli campionati in doppia cifra realizzativa tra gli ultimi sei della sua carriera, le ambizioni della squadra di Allegri – ammesso che non si stia già cercando l’erede di Tevez – sarebbero elevate dall’innesto di un centravanti puro tra i più affermati a livello internazionale. Chi vi scrive in tal senso avrebbe già concesso maggiore fiducia a quel Morata arrivato a Torino sotto segni del tutto differenti, ma la svolta non è arrivata: il titolare è ancora Llorente e – per quanto si sacrifichi per gli equilibri offensivi – non sembra all’altezza di uno spartito che oramai recita su un certo piano.
NESSUNO MEGLIO DI CAVANI – E’ l’identikit ideale, il sogno coltivato da Antonio Conte nell’intero triennio alla guida della Vecchia Signora: datemi Cavani e vi rivolterò il mondo, sembrava affermare l’attuale ct della nazionale italiana alla dirigenza bianconera. L’affare con il Napoli però, per ragioni ambientali ed economiche, non era allora possibile: la storia è nota a tutti ed il Matador si trasferì al PSG previo pagamento dell’intera clausola rescissoria. Ben 64.5 milioni di euro che dopo due anni potrebbero essere qualcosa in meno: per l’ammortamento standard e per la volontà del calciatore di lasciare la Francia in nome di un ruolo che non lo convince (spostato in corsia da Blanc per lasciare spazio ad Ibrahimovic) e di un’esperienza diversa. Più forte in termini di competitività ed aspetto emozionale. Ci proveranno in tanti: dalla Liga, dalla Premier League, la concorrenza non mancherà affatto ma la Juventus avrebbe gli argomenti per inserirsi nella contesa. Si tratta di comprendere chi si voglia essere da grandi: il passo finale di questa squadra è quello di provare il grande salto internazionale e per perseguire questo obiettivo lì davanti ci vuole il campione. Ci vuole Cavani. L’uomo dei gol, la certezza. E’ vero, la Juve non ci ha abituato ad operazioni così costose: ma le entrate oramai consolidate in termini di fatturato – Champions League, diritti tv, stadio e commerciale – possono aprire al sogno. O meglio all’eccezione, allo strappo alla regola base. Tempi maturi, vedremo.