Il difensore della Costa Rica sull’exploit rosanero

Ha temuto di smettere nel 2005, quando ha saltato il Mondiale U17 per il tendine d’Achille, ma ha tenuto duro. Gli ostacoli non preoccupano Giancarlo Gonzalez, che del resto ha sopportato il freddo della Norvegia ed è finito pure negli Stati Uniti pur di fare minutaggio in vista dei Mondiali in Brasile, che ha disputato egregiamente: «Siamo una bella generazione di giocatori, il progetto è nato a metà 2011 con Pinto. Ha creato un gruppo solido, attaccato al bene comune. Lavoro duro, spirito di sacrificio Abbiamo realizzato qualcosa di storico, le vittorie con Uruguay e Italia, i quarti di finale. Siamo cresciuti nel corso del torneo, credendo in noi. Non guardavamo gli avversari, pensavamo soltanto a rendere il massimo. Accoglienza in patria? Il pilota ha fatto un giro primo di atterrare a San José, dall’alto si vedevano migliaia di persone vestite di rosso. Di solito servono 30 minuti dall’aeroporto alla città, abbiamo impiegato 7 ore», ha dichiarato il difensore del Palermo ai microfoni di Tuttosport.

IL CAMBIO – E a proposito dell’approdo in Italia: «Avevo già l’idea di tornare in Europa, mi ha convinto il Palermo. Ho visto la città, la squadra mi è parsa di buon livello, in grado di fare risultati. E poi il clima, il caldo… Temevo di fare una cattiva impressione per l’infortunio. Ho lavorato duro per rientrare, seguendo Iachini. Ho apprezzato che dopo l’infortunio sia venuto a parlarmi subito. Mi ha detto che si trattava di cose di campo, mi ha dato subito grande fiducia. E’ un’ottima persona, e con lui tutto lo staff tecnico».

LA “MOLLA” – Gonzalez, che ha debuttato con gol contro il Cesena, ha parlato poi del cambio di marci del Palermo, che del resto può contare su alcuni talenti: «La molla è scattata dopo la vittoria di San Siro con il Milan. Siamo migliorati settimana dopo settimana, si è incrementata la fiducia, abbiamo sempre creduto di più in noi stessi. Dybala e Vazquez? Là davanti fanno cose inimmaginabili, un’iniezione di fiducia per noi. Sono bravi tecnicamente e tatticamente. Non si limitano a gol e giocate, si sacrificano anche per il bene della squadra».

LA SFIDA – Il difensore, che ha paragonato il Palermo alla Costa Rica per etica del lavoro e spirito di sacrificio, ha presentato poi la sfida contro la Sampdoria e illustrato gli obiettivi che si è posto: «Possiede ottimi giocatori, ha ottenuto risultati inattesi. Troveremo un pubblico molto caldo ma possiamo farcela. E per uno del Costa Rica è sempre bello giocare a Marassi, Genova nel 1990 ci aveva adottati. Obiettivi? Giocare bene e salvarmi, quindi pensare a traguardi più importanti: non mi pongo e non ci poniamo alcun limite».