2015
Un uomo al comando. E basta con la cantilena Zidane: non si vende
Il fenomeno Pogba nella Juventus di oggi e domani: la Vecchia Signora e il simbolo che le mancava
Puoi anche incappare nella giornata no – così come è stato nel primo tempo quest’oggi per la Juventus contro un Chievo propositivo e ben messo in campo – ma se una volta Tevez e l’altra Pogba ti risolvono i problemi hai poco da preoccuparti. Nella sfida tutta interna sulla dominanza poi riversata sul campionato oggi tocca insindacabilmente al fuoriserie francese.
FATTORE POGBA – In realtà il buon Paul va a segno da quattro gare consecutive considerando campionato e Coppa Italia: dalla trasferta di Napoli non si è più fermato ma la singolarità delle sue reti è rappresentata dalla fattura, dalla bellezza. Gol da marziano: Pogba segna sempre dalla distanza e con colpi che almeno in Italia possiamo ammirare soltanto dai suoi piedi. Sì, al plurale, perché oggi arriva la grande novità: partita bloccata, finta orchestrata con il piede destro e bolide mancino di impressionante potenza e precisione che non lascia scampo all’ottimo Bizzarri. Ecco che anche per i più scettici – e ce ne sono, fidatevi – il dubbio è risolto: Pogba non è soltanto bellezza di un repertorio totale ma sa incidere sul corso delle partite come pochi altri calciatori al mondo. E le reti stagionali – a metà strada – sono già otto: ricordiamolo, Pogba è un centrocampista e punta quantomeno quota 15.
PESO INTERNAZIONALE – Ma guardiamoci un attimo intorno: chi ce l’ha uno così? Un classe ’93 che difende, attacca, ha fisicità impressionante, lucidità in ogni situazione di gioco e doti tecniche da trequartista puro? Provate a collocare Pogba in ogni squadra del mondo e prestatevi al giochetto: sarebbe titolare o meno? La risposta risulterà affermativa. Il tutto ad appena ventuno anni: a considerare poi le prospettive di crescita viene oggettivamente un atroce mal di testa, potenziale sconfinato ben tenendo in mente che siamo di fronte ad un calciatore palesemente già fatto. Perché questo confronto internazionale? Troppe volte, giustamente, si è detto della Juventus rispetto ai top club europei che fosse carente nell’uomo simbolo: il Real Madrid ha Ronaldo, il Barcellona ha Messi, il Bayern Monaco ha Robben e la Vecchia Signora? Beh… l’abbiamo trovato. E con lui la squadra di Allegri deve puntare ad entrare tra le prime quattro della Champions League e non guardare alla coppa con le orecchie come ad un mero ed eventuale surplus stagionale.
NON SI VENDE POGBA – Che vi ricorderà immediatamente il coro intonato dalla curva bianconera ogni qualvolta il gioiello francese regala una perla della sua invidiabile collezione. Ad ogni modo Paul Pogba non si vende per due principali generi di motivi: il primo è il segnale che lasci in eredità, se qualcuno – chiunque esso sia – può venire alla tua porta, bussare con tanti milioni e portarsi via il tuo calciatore più forte non sei tu il migliore e lo ammetti a tutto il mondo. Tu Juventus. L’altro è di natura ovviamente tecnica: basta con questa storia della cessione di Zidane e dei suoi successori (Buffon, Thuram e Nedved). Innanzitutto i tre calciatori furono pagati nell’estate del 2001 rispettivamente 75 milioni (più Bachini), 70 milioni e 75 milioni, il totale fa 215 ed i 150 del favoloso Zizou non bastarono alla rifondazione. Poi è vero, la dirigenza bianconera con quel provento riuscì a piazzare due colpi chiave per i successi futuri ma questo non può garantire la certezza che riaccada. L’equazione matematica vendere Pogba = costruire una squadra vincente ribalta ogni criterio logico: la legge è quella di tenere i migliori. Di tenerseli stretti ed edificare intorno a loro. No, non si vende Pogba.