2015
Paul Pogba non ce lo meritiamo
Perché parlare della sua cessione invece di goderselo?
Su una cosa siamo tutti d’accordo, Paul Pogba è il miglior calciatore che al momento esista in Italia. Permangono un po’ di dubbi sul fatto che possa essere o meno il più forte al mondo ma è innegabile che in questo periodo storico sia quello più decisivo, l’uomo da cui la sua società di appartenenza non può pare a meno. La Juventus, così come tutti i grandi club nel corso della storia ma i bianconeri in particolar modo, ha sempre avuto un giocatore che da solo le faceva fare il salto di qualità: fu Platini, è stato Zidane, lo ha fatto Nedved, storicamente è Del Piero e adesso è Paul Pogba. Il francese ha la capacità unica di vincere le partite da solo, un fattore da non sottovalutare se si vuole ambire a grandi palcoscenici. La gestione Allegri sembra aver favorito la crescita del giocatore, che adesso con il passaggio al 4-3-1-2 e con la naturale crescita fisica – non scordiamoci che Pogba è più piccolo di un anno di El Shaarawy ed è nato nel 1993, due anni dopo Zaza – è diventato dirompente e incontenibile. I suoi colpi di classe ormai dominano pagine Facebook italiane e soprattutto estere, dove si chiedono come possa un diamante del genere giocare ancora in Serie A, peccando magari un po’ di presunzione.
TRICKS – Il vero problema è che Paul Pogba non ce lo meritiamo, il calcio italiano non se lo merita. Perché? Per tutta una serie di motivi. Prendiamo ad esempio quelli più banali e tattici. Il nostro campionato, e purtroppo anche il nostro sistema calcio, è fatto di giocatori di qualità che vengono pedissequamente spostati sugli esterni del campo da gioco. Sei forte e vorresti fare il trequartista? Allora vai sulla fascia e rientra sul tuo piede preferito. Niente di più sbagliato, eppure è la moda del momento da quando il Bayern lo ha fatto con Ribery e Robben – e noi, ormai incapaci di inventare ma abituati a ispirarci a, abbiamo copiato senza ritegno con il materiale mediocre che avevamo. Pogba invece no, lui è libero di giocare mezzala sinistra e di partire accentrandosi: ha talmente tanta tecnica che esula da qualsiasi contesto, possono contrastarlo in quattro come nell’ultima gara con il Chievo e lui troverà sempre la giocata stilisticamente perfetta per liberarsi da quel groviglio di marcature. Se ci fosse una classifica dei gol sbagliati più belli in Serie A, Pogba occuperebbe la prima e la seconda posizione con le sue finte e controfinte contro Sassuolo e Inter poi tramutate in un nulla di fatto per gli interventi dei portieri. Avesse più cattiveria sotto porta sarebbe davvero Ibrahimovic spostato venti metri dietro. Pogba ha una tecnica di base superiore a tre quarti di Serie A e sa come colpire il pallone: guardate il movimento del suo corpo quando impatta la palla, ammirate come si comporta il suo piede e soprattutto tenete conto delle conclusioni che sparacchia in curva. Due in una stagione, a esagerare.
GILLET VERTIGO – Un altro motivo per cui noi come movimento calcistico italiano non ci meritiamo Pogba è tipico del nostro Paese affamato di notizie. Non si sa per quale motivo da qualche settimana a questa parte, quando qualcuno si è finalmente accorto che Pogba è un fenomeno, non si parla tanto della sua forza ma del suo prezzo e di quanti milioni la Juventus debba accettare per cederlo. Se volevate un segno della decadenza della Serie A eccovelo su un piatto d’argento: abbiamo la fortuna di avere di nuovo la Gioconda nel nostro museo e invece di invitare i turisti a vederla aspettiamo che i loschi mercanti d’arte ce lo soffino via. Per spiegare bene il concetto è d’uopo un’altra metafora. Non si sa per quale motivo ma vi è capitata tra le mani una Gillet Vertigo, un’auto prodotta in 27 esemplari in 20 anni, l’avete pagata pochissimo e si può quasi dire che ve l’abbiano regalata. Dapprima un po’ renitenti a guidarla nella vostra città, appena ci salite sopra scoprite che questa Vertigo è un portento e non smettete più di usarla, facendovi vedere sempre più spesso in giro sulla vostra supercar e beandovi di tale bellezza. Vendereste mai quella macchina solo per avere i soldi per comprare dieci Sportage o dieci Juke? Per carità, sono macchine bellissime ma non sono la Gillet Vertigo. Vivreste mai con l’ansia di doverla vendere un giorno oppure cerchereste di sfruttarla al massimo, magari usandola per esempio per gareggiare a livelli competitivi? Se la vostra risposta è no allora non vendereste nemmeno Pogba. Poi ovviamente il calciomercato è pazzo e via discorrendo, ma parlare della cessione di questo fuoriclasse invece che goderselo appieno è puro e semplice sadismo.
DUE EURO – Pogba ha la potenza di un centrocampista d’interdizione anni ottanta e i piedi delicati da trequartista, in mezzo al campo può suonare sia i Metallica che Schubert e per di più è il miglior attaccante della storia che parte a cinquanta metri dalla porta. Segna, corre, pressa e anche nelle giornate no come in Napoli – Juventus tira fuori una perla che rivedremo e rivedremo ancora. Un giocatore così si può pure vendere, è il corso degli eventi a deciderlo, ma sicuramente va goduto. Mino Raiola, l’agente di Pogba, ha detto alla Juventus di cederlo ma, insomma, essendo il suo procuratore ha tutto il diritto di essere di parte visto che dei cento e passa milioni che la Juve incasserebbe qualche soldino che male non fa. La Juventus, se vuole davvero vincere a grandi livelli, deve costruire una squadra attorno a questo giocatore perché vendere per vendere non ha mai portato nulla di buono. Non siamo ai tempi di Zidane quando bastava girare lo sguardo e si trovava Nedved, adesso le perle come Pogba sono sempre più rare e un Mkhitaryan o un Depay, per dire, valgono quanto la bizzarra capigliatura del Polpo, unica concessione fantasiosa a un lifestyle che sembra di tutti rispetto. Poi però arrivano le provocazioni come quella dello scritto Sandro Veronesi: due euro a juventino per trattenere Pogba. Una cosa che ovviamente non va presa sul serio ma se veramente una società ha bisogno dei due euro dei tifosi per non vendere un giocatore allora è bene cambiare sport. Date retta tifosi juventini, quei due euro teneteveli da parte per una colazione oppure, meglio ancora, dateli in beneficenza. Ma soprattutto, godetevi e godiamoci questo grandissimo giocatore prima che vada a perforare le orride difese di Granada o Reims, sperando che quel momento arrivi il più tardi possibile.