2015
I due campionati del Torino di un grande Ventura
Imbattuto da nove partite, quattro le vittorie consecutive: la svolta Torino è ancora targata Ventura
Il Torino di Giampiero Ventura non perde da ben nove partite: il colpo dalla distanza dell’intramontabile Andrea Pirlo punì i granata ben oltre i demeriti (non) mostrati in quell’occasione, era il derby del lontano 30 novembre. Sono passati oltre due mesi ed il Torino non ha prestato il fianco ad alcun avversario, quattro inoltre le vittorie consecutive di cui tre esterne sui campi di Cesena, Inter e Verona.
DUE CAMPIONATI – I granata hanno di fatto disputato due campionati differenti: quello che va dalla prima alla tredicesima giornata ed il restante. Nei primi tredici turni dell’attuale Serie A gli uomini di Ventura hanno totalizzato 12 punti viaggiando alla media di 0.92 a partita, poi la netta inversione di tendenza con 19 punti accumulati in sole nove gare alla media di 2.11 a partita. Rapportando i dati all’intero arco del campionato avremmo nel primo caso un andamento da retrocessione o quasi (35 punti complessivi), nel secondo una classifica finale da 80 punti. La verità come spesso accade sta nel mezzo ma ci testimonia di un insindacabile salto di qualità: superati i problemi iniziali il Torino ha letteralmente iniziato a volare.
QUALI I PROBLEMI IN AVVIO? – Essenzialmente di natura caratteriale. Le illustri partenze dei due attori protagonisti della qualificazione all’attuale edizione dell’Europa League – Ciro Immobile ed Alessio Cerci – hanno aperto un vuoto all’interno dell’organico: la sensazione dominante è stata quella di aver perso i punti di riferimento e di conseguenza trovarsi nell’incapacità di reagire. Il resto lo ha fatto il necessario adattamento di alcune alchimie tattiche che si erano giustamente incentrate nell’esaltazione delle due bocche da fuoco granata: più che ad un calcio costruito insomma si è pensato di arrivare nel più breve tempo possibile nei dintorni dell’area avversaria per raccogliere i frutti dell’intesa tra i ribattezzati gemelli del gol. L’ennesimo segnale dell’intelligenza di un allenatore che come pochi altri sul palcoscenico nazionale sa fare i conti con le risorse umane a disposizione ed esaltarne gli aspetti proficui.
LA RISOLUZIONE – Non prima però di aver sottolineato un elemento: pur nel momento di minor resa, il Torino va lodato per aver limato i danni e portato a casa un’eccellente qualificazione alla fase ad eliminazione diretta dell’Europa League. Con una squadra da tanti giudicata a pezzi era lecito ipotizzare un fallimento: se in campionato la macchina non girava alla perfezione, in Europa il piccolo Toro si è fatto rispettare, ha sfoderato le unghie e portato a casa un prezioso traguardo. A molti non è venuto in mente come alcuni problemi interni possano essere stati causati dalle difficoltà di un doppio impegno che si è spesso rivelato fatale anche per club decisamente più attrezzati dei granata. La risoluzione, dicevamo: Ventura è passato per l’unica strada che conosce, quella del gioco. Quella del gioco in base alle risorse a disposizione. I valori alti quest’anno si sono concentrati sulle corsie: la continua crescita di un solido Darmian e l’esplosione di Bruno Peres (ottima alternativa Molinaro), sistemata la fase difensiva il Torino ha iniziato a sfondare sui lati ed ha ritrovato velocità d’esecuzione, il resto lo ha fatto la vena realizzativa di un Quagliarella ora pedina affidabile. Ecco, il lavoro del tecnico dovrà concentrarsi proprio sui numeri offensivi: 25 i gol realizzati, pochi per chi ambisce a vivere in determinate zone di classifica (Torino attualmente settimo, le prime 13 squadre della Serie A hanno segnato tutte più dei granata). Con le statistiche difensive invece assolutamente in linea – persino con la zona Champions – alla banda Ventura tocca rintracciare verve e lucidità negli ultimi metri. Per non precludersi nulla. Neanche un sogno tutto da vivere nella doppia sfida all’Athletic Bilbao.