2015
Parma, Leonardi: «Mi sono dimesso dal CdA»
Il dirigente ducale: «Con la nuova proprietà, sarò solo direttore generale»
«Con questo nuova proprietà mi sono dimesso dal CdA e non sarò presente nel futuro CdA per mia scelta». Pietro Leonardi, intervenuto in conferenza stampa, ha annunciato la propria decisione – di cui vi avevamo parlato nelle scorse ore -, allontanando, comunque, le voci circa un possibile addio al Parma: «Sarò solamente il direttore generale e, come negli anni precedenti, agirò con il consenso della proprietà. Nella mia carriera da dirigente mi sono sempre comportato secondo coscienza, e anche in questa nuova avventura sarà così».
FRECCIATE – «Ho sentito tante ipotesi – ha proseguito Leonardi – e inesettezze su come si sia arrivati a ciò, per esempio i 160/170 calciatori, che è stato il massimo raggiunto, acquistati dalla società. Da questa politica sono venuti fuori tanti giocatori di spessore, che la società ha valorizzato: penso a Sansone, Paletta, Ceppitelli e altri. Noi colpevoli dell’abolizione delle compropietàproprietà? Da che pulpito parla l’Udinese… Voglio solo chiarire una cosa: sotto la mia gestione, il bilancio è sempre stato in positivo. Però leggo che avrei fatto dei danni al club: Borini, Giovinco, Parolo, giocatori portati a condizioni ultra-vantaggiose».
TUTTO REGOLARE – Poi, un messaggio a Tommasi, che aveva parlato di possibile irregolarità del campionato: «Ho sentito che alcuni hanno timore circa la regolarità del campionato e questo non lo permetto, conoscendo tecnico e giocatori: la nostra serietà è indubbia, dovrebbero andare a controllare qualche altro procedimento che si è chiuso qualche giorno fa e il Parma non c’entrava nulla».
MALORI – «Sono stato male – continua il dg ducale – e qualcuno ci ha giocato sopra. La sera di Milan – Parma, al gol di Nocerino, Taci mi ha scritto: ‘Se vinciamo, atterro direttamente a Parma’. All’una di notte, Kodra mi ha suonato a casa: mi comunica la sua intenzione di non continuare con noi. Le operazioni di mercato chiariamo che le ho fatte io e da quanto mi risulta nell’atto di cessione era già indicata una new diligence. Poi, dopo aver fatto tramite all’acquisto di Taci – o meglio, del gruppo -, aiuto anche la nuova proprietà nella trattativa. Il primo atto, però, sono state le dimissioni dal CdA: li aiuterò, ma lasciando loro pieni poteri. Spesso ho pensato alle dimissioni, ma per il senso del dovere ho deciso di non farlo. Quanto alle persone autorevoli che si sono augurate un fallimento del club, a loro dico: un esame di coscienza ve lo siete fatti?».