Pescara, Oddo: «Stop all'integralismo tattico, vi dico su chi puntare tra i miei ragazzi» - Calcio News 24
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2015

Pescara, Oddo: «Stop all’integralismo tattico, vi dico su chi puntare tra i miei ragazzi»

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Il Pescara è stato una delle più belle sorprese del Torneo di Viareggio

Tra le più belle sorprese del torneo di Viareggio, massima espressione a livello di calcio giovanile, c’è sicuramente il Pescara di Massimo Oddo. I giovani biancoazzurri si sono arresi solo ai quarti contro una corazzata come l’Inter di Bonazzoli, ma hanno messo in mostra un calcio offensivo che ha stupito molti addetti ai lavori. L’ex campione del mondo sta confermando quanto di buono ha fatto vedere in campionato, valorizzando diversi giovani che hanno già esordito in prima squadra. Torreira, Vitturini, Orlando, Milillo, Paolucci: presente e futuro del club adriatico che sogna di lanciare nuovi giovani sulla scia di quanto fatto alcuni anni fa con Marco Verratti. Tutto in nome di una filosofia che non prevedere rigidi spartiti tattici, ma una crescita dei ragazzi in tecnica e personalità. La redazione di Calcionews24.com ha avuto il piacere di intervistare il principale artefice del cammino sorprendente del Pescara, il tecnico Massimo Oddo.

Mister, siete stati la vera sopresa di questo torneo di Viareggio. Che sensazioni ha dopo la sconfitta di ieri contro l’Inter?
«Spesso parlavano di noi come sorpresa, ma per me non lo è. Questo torneo ha confermato la crescita di questi ragazzi. Ci siamo presentati spesso con un undici molto giovane, con la Roma abbiamo schierato ben sette classe 97′. Abbiamo portato giovani come Iorio e Orlando dalla Beretti alla Primavera, questa è la nostra più grande soddisfazione. Devo essere sincero, c’è anche un pò di rammarico di non aver potuto schierare la squadra al completo contro l’Inter. Abbiamo perso un giocatore come Vitturini che ha già esordito in B, abbiamo perso Sanni e quindi ci mancava un pò di freschezza perchè hanno giocato sempre gli stessi due li dietro. Di fronte avevamo una squadra che si può concedere il lusso di lasciare alcuni nazionali in panchina, ma siamo contenti perchè siamo sempre stati in partita. Magari con un Torreira in più…

Di questo centrocampista uruguaiano si dice un gran bene…
«Si, ma non è l’unico ad avere grandi potenzialità. Ce ne sono almeno altri quattro o cinque. Torreira può diventare un giocatore importante, lui lo sa. Sono contento perchè ha voglia di imparare come gli altri, cercano di ascoltare ciò che gli viene consigliato. Ha intelligenza tattica, una discreta maturità e ottima visione di gioco. In Primavera fa la differenza, ma può e deve crescere come gli altri».

E’ scomodo fare altri nomi?
«Vitturini ormai è una certezza, ma Paolucci, Milillo, Testi, Iorio sono giovani interessanti. Mililio e Orlando sono dei 97′, non sono già pronti per la prima squadra ma rappresentano un grande patrimonio. Questo è un grande gruppo e io sono contento di poterli allenare».

Elogi e successi che sono arrivati anche grazie alla sua guida…
«La grande soddisfazione è quella di vedere la crescita dei ragazzi che si può provare con le tante presenze in prima squadra La vittoria è dell’allenatore ma sopratutto della società che ha saputo costruire un gruppo molto valido. Non può essere solo bravura mia, gli osservatori hanno fatto un grande lavoro Il Pescara non ha le potenzialità di tanti club importanti a livello giovanile come Atalanta e Roma, per dirne due».

Proprio con la vittoria sulla Roma si è toccato forse il punto più alto?
«Ma io credo che tutto il Viareggio sia stato un punto alto, fino a ieri ci credevamo. Abbiamo creato non pochi grattacapi all’Inter, fino all’1-1 ci stavo sperando. Li abbiamo messi li, abbiamo creato diverse occasioni e abbiamo preso gol in contropiede viziato da una irregolarità. Ma va bene, ci sta. L’importante è che i ragazzi crescano, a me interessa che si apprenda un certo tipo di filosofia. Bisogna saper cambiare, conta il concetto: io cercherò sempre di trasmettere, in tutte le squadre allenerò, il saper cambiare modulo tattico di volta in volta. Per me non è confusione tattica, io credo che un allenatore deve dare i concetti e abituare i ragazzi a sapersi disimpegnare in varie fasi. Spesso abbiamo concesso l’uno contro uno agli avversari, specie quando abbiamo giocato con due punte con l’aggiunta di due esterni alti. Puoi lavorare tanto sulla linea ma poi se si crea l’uno contro uno un difensore deve saperlo fronteggiare. Ci vuole più elasticità in questo senso».

Mister Oddo contro l’integralismo tattico, un tema che è stato spesso dibattuto quando si parla di crescita dei giovani.
«Sottoscrivo, io credo che un giocatore deve cresere tecnicamente e nelle fasi di gioco, sapendosi adattare a diversi schemi tattici. Altrimenti se cambia allenatore va in difficoltà e non va bene. Voglio dai miei ragazzi una mentalità offensiva ma non ci si deve fossilizzare su un solo schema, il tatticismo esasperato può rappresentare un limite per i nostri giovani».

Qualche nome da tenere sotto osservazione che ha notato in questo torneo?
«Io sono stato troppo preso a seguire i movimenti dei miei, più che a guardare gli altri. Sono fermamente convinto che questa sia una manifestazione di grande importanza perchè ci sono tanti ragazzi che sono già pronti per giocare a buoni livelli. Se devo essere sincero, i miei ragazzi sono i più bravi (ride ndr)»

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