2015
Lippi: «Juventus, ricorda il 1994/1995»
L’ex allenatore bianconero del Borussia Dortmund ha buoni ricordi
Se parli di Borussia Dortmund a un tifoso della Juventus, gli tornerà in mente quella maledetta finale di Champions League del 1997: bianconeri nettamente favoriti sulla carta, ma sconfitti in maniera bruciante. Su quella panchina c’era Marcello Lippi, intervistato oggi da Tuttosport: l’ex tecnico bianconero non ricorda con troppa amarezza una delle peggiori finali europee della storia juventina, dunque quasi vent’anni dopo, non ci sarà vendetta.
FILE ROUGE – Così Lippi, attualmente direttore tecnico dei cinesi del Guangzhou Evergrande: «A me il Borussia mette di buon umore: quella sconfitta di Monaco di Baviera non mi brucia mica! Li abbiamo eliminati due volte su due tra UEFA e Champions e la seconda ci avrebbe condotta alla finale di Roma (vittoria della Champions nel 1996, ndr). A Dortmund ho sempre vinto, anche con l’Italia ai Mondiali». Bene dunque, tra quella Juve e questa di oggi ci sono affinità? «Il filo rosso è la forza, questa Juve mi fa venire in mente quella mia del 1994/1995, ci stavamo formando a livello internazione, ma in Europa eliminammo il Borussia e mettemmo le basi per la Champions del 1996». Italia vs. Germania, vinciamo sempre noi? «Il calcio italiano dal punto di vista tattico in generale è sempre superiore, poi ci sono i valori tecnici… Il Borussia non è più quello di due mesi fa, ma Allegri psicologiamente l’ha gestita bene». Parlando dei singoli, Vidal e Mkhitaryan: «Per Vidal stagione deludente, ma quando ti giochi tutto quelli come lui sanno trasformarsi. Mkhitaryan? E’ un buon giocatore, ma non conosco i programmi della Juve». Nemmeno noi.
CINA MON AMOUR – Complimenti anche per Morata ed ancora per Allegri, anche se ora, dagli ottavi di Champions, cambia tutto, come il tecnico bianconero ha anche detto più volte. Capitolo Guangzhou: Cannavaro è il nuovo allenatore, e ora? «Sarò supervisore e chioccia, con Cannavaro in panchina. Abbiamo perso la Supercoppa, ma solo ai rigori: Fabio sa farsi volere bene, ha carisma, esperienza ed entusiasmo, ora dovrà dimostrare anche altre doti, io sono convinto diventerà bravo». Per il calcio italiano non sarebbe tanto male.