2015
Avv. Di Campli: «Spegnete il circo mediatico a Parma. La governance del nostro calcio è da rifondare»
Il noto agente Fifa e avvocato abruzzese si esprime sulla vicenda Parma
Parma in subbuglio, ieri c’è stato il corteo con oltre mille tifosi emiliani a gridare la loro rabbia per le vie della città. La logica conseguenza di mesi difficili, con colpi di scena improvvisi e ben tre Presidenti che si sono succeuti nel giro di pochi mesi. L’ultimo, Giampietro Manenti, sta facendo molto discutere: le istituzioni e la città gli hanno rivolto un appello preciso ovvero quello di portare in tribunale. Per approfondire la questione abbiamo interpellato in esclusiva l’avvocato Donato Di Campli che negli anni passati ha curato le istanze fallimentari di Pescara, Lanciano e Pro Patria. L’avvocato abruzzese è anche un noto agente Fifa e tra le sue procure annovera quella del campione del Psg Marco Verratti.
Avvocato, che idea si è fatto della situazione drammatica che sta vivendo il Parma?
«E’ successo veramente di tutto in questi mesi ma credo che adesso l’unica cosa che contano sono i soldi, le parole stanno a zero. Ne discorsi sui progetti e ne sui eventuali bonifici provenienti dall’estero. Tutto sembra protendere verso il fallimento pilotato, la Procura deve spegnere questo circo mediatico. Credo che stiano operando loro in questo senso».
In effetti è quello che stanno invocando le istituzioni, dalla Lega al sindaco Pizzarotti.
«Vogliono riperocrrere quanto si è visto a Pescara o Bari, credo che non ci siano altre soluzioni. Ripeto dovrebbe essere la Procura a sollecitare».
Pero’ a Bari la situazione debitoria era molto differente, non crede?
«Non so a quanto ammonti di preciso il monte ingaggi del Parma, ma presumo che sia alto considerando che alcuni giocatori percepiscono un buon ingaggio. Vero anche che alcuni giocatori sono andati via ma il fallimento pilotato ha dei risvolti positivi: mantieni la categoria, in questo caso la serie B, e non paghi l’Erario, ad esempio. Quest’ultimo non rientra nei debiti sportivi. Era una situazione abbastanza chiara che però non è stata considerata come doveva».
Si speghi meglio…
«Che senso avevano quelle 200 o 300 operazioni fatte dal Parma due estati fa con giocatori sconosciuti e scarsi. Tutti avevano capito che non rientravano in nessuna logica tecnica, un grido di allarme si era alzato e anche piuttosto forte».
Quindi le responsabilità della Lega Calcio sono grandi?
«Non mi faccia parlare di Lega Calcio che rischio una querela, per favore. Io credo che la governance del calcio sia da cestinare, alcuni dirigenti non meritano di sedere in determinate poltrone e di governare il nostro calcio».