2015
Il valore del secondo tempo allevia le strane paure della Juve
Juventus – Borussia Dortmund, atto primo: il sollievo paradossalmente arriva dalla ripresa
Bene, ma ci andrei un po’ più cauto. Non per le chance di qualificazione ai quarti di finale, intatte e se vogliamo rafforzate, ma sul livello della prestazione. Il problema è forse tutto di chi ora vi scrive: la personale stima e fiducia nelle possibilità della Juventus è altissima e non permette al sottoscritto di accontentarsi di quanto visto ieri sera allo Stadium.
PRIMO TEMPO DELUDENTE – E con lui l’approccio alla partita. La Juventus ha di fatto consegnato l’intera prima frazione di gara al palleggio del Borussia Dortmund, è apparsa ancora una volta spaventata dalla tensione del grande appuntamento internazionale e si è vista impossibilitata a praticare il suo oramai consueto calcio attivo e propositivo. E’ vero, lo ha chiuso in vantaggio sfruttando un Morata in versione super, ma avanti in termini di risultato e non di prestazione. In tanti hanno affermato che sia stata una precisa scelta di mister Allegri: quella di attendere l’avversario, limitarlo nel tentativo di non subire gol in casa, castigarlo in ripartenza e dunque negli spazi, lì dove i tedeschi vanno puntualmente in difficoltà dall’inizio della stagione. Il tutto può parzialmente rispondere a verità, ma la sensazione personale è stata più quella di un’incapacità di comportarsi come solitamente avviene. Tradotto: la Juventus non è riuscita a fare la Juventus.
IL SECONDO TEMPO CHE NON T’ASPETTI – Con tali premesse risultava complesso attendersi una ripresa incoraggiante ed invece ecco puntuale la svolta. La Juventus è tornata in campo con il piglio che spetta alla grande squadra e non a chi vuole accontentarsi di una mera comparsata, non si è accomodata su un risultato ad ogni modo favorevole ed ha inseguito con forza la terza rete. Non arrivata soltanto per qualche errore di troppo negli ultimi metri, dovuti in parte a carenza di lucidità e freddezza, in parte all’inesperienza europea ed infine ai buoni interventi di Weidenfeller riscattatosi nel secondo tempo dalla poco convinta respinta in occasione del primo vantaggio bianconero. Paradossalmente dunque il segnale convincente arriva proprio dalla fetta di gara in cui la Juventus non è riuscita a segnare: personalità, carattere e nulla lasciato alle velleità del proprio avversario.
I 90 MINUTI DEL WESTFALENSTADION – Uno stadio impresso nel cuore degli italiani: è in questo poetico scenario che l’amata Italia di Marcello Lippi si impose nel 2006 nelle semifinali del Mondiale proprio sui tedeschi padroni di casa, prima di trionfare nella finale di Berlino. Sorride e tanto anche alla Juventus in prima persona, quando nel 1993 la Vecchia Signora si impose con il risultato di 1-3 nella finale d’andata dell’allora Coppa Uefa con i gol targati tutti Baggio: il primo di Dino, poi la doppietta del Divin Codino e la definitiva conquista del trofeo nel ritorno di Torino. Che tra tre settimane in quel di Dortmund non sarà semplice è un assunto fin troppo banale per approfondirlo ulteriormente: gli uomini di Allegri dovranno ripartire dal secondo tempo del primo atto, questo genere di sfide si vince più sul piano mentale che su quello strettamente tecnico. Non lasciarsi intimorire insomma, non dare mai la sensazione di prestare il fianco: i tedeschi, per caratteristiche naturali, ne approfitterebbero immediatamente. Consapevoli della propria forza: che, oggi, è superiore a quella dell’avversario.