2015
Il patrimonio è misero e i debiti volano: ecco la Serie A
Debiti con fornitori e dipendenza dalle banche: il calcio italiano è in grande difficoltà
I conti non tornano e i debiti aumentano. Questa, in breve, è la fotografia del calcio italiano, secondo quanto riferito dall’edizione odierna de ‘La Gazzetta dello Sport’. I debiti, al netto dei crediti, sono in costante crescita: 1.715 milioni di euro nel 2013-14, oltre un centinaio in più in dodici mesi (1572 milioni nel 2012-13) e un incremento del 27% in cinque anni (1.350 milioni nel 2009-10). E a farla da padrone, purtroppo, è la cosiddetta ‘tensione di liquidità’:il patrimonio attuale è di 213 milioni, pochini rispetto alle dimensioni del business pallonaro.
BANCHE – Negli ultimi anni, la ‘soluzione’ trovata da diverse squadre di A – il fallimento, come accaduto nel caso del Parma, è lontano, ma la situazione è tutt’altro che positiva – : l’azionista non interviene? Allora è pronta la banca, soprattutto l’istituto di factoring, ben contento di prestare denaro in cambio della cessione di contratti futuri per tv e milioni di debiti bancari nel 2012-13, sono diventati 1056 nel 2013-14. Inter e Roma, per risanarsi, hanno internazionalizzato il debito creando società ad hoc contenenti tutti i beni pregiati e affidandosi a Goldman Sachs: 230 milioni ai nerazzurri (che stanno discutendo l’emissione di un bond), 175 per i giallorossi.
DEBITI– A far la fame, nel mondo del calcio, non sono i calciatori: senza pagamento puntuale delle buste paga, scatterebbero i punti di penalizzazione in classifica. L’effetto collaterale, però, è perverso: lasciare nel cassetto le fatture per giardiniere, catering, pullman. Così i debiti con i fornitori sono lievitati: dai 234 milioni del 2008-09 ai 391 della scorsa stagione. E dipendere solo dalle tv: il 58% del fatturato arriva da lì, 1.016 milioni.