Foggia, Sarno: «Vogliamo divertire i nostri tifosi. De Zerbi? Un predestinato» - Calcio News 24
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2015

Foggia, Sarno: «Vogliamo divertire i nostri tifosi. De Zerbi? Un predestinato»

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Continua il fantasista: «Chiavari, che rimpianto. Devo arrivare in doppia cifra, vi spiego perchè»

Vincenzo Sarno è un giocatore che in Lega Pro fa la differenza. Dribbling e un calcio pulito, degno dei migliori trequartisti. Il classe 1988′, nativo di Secondigliano, molti lo ricorderanno anche perchè nel 1999 ad appena 11 anni, venne ingaggiato dal Torino per 120 milioni di lire. Somma considerevole che lo porta in Piemonte e che scatena numerose polemiche a causa della cifra considerata eccessiva per un bambino di quell’età. Adesso Sarno è uno specialista in promozioni in B, già due centrate con le maglie di Lanciano e Virtus Entella. Ai nostri microfoni, Sarno racconta i segreti di questo Foggia che sta ricevendo diversi apprezzamenti per la qualità del gioco messo in mostra in questo campionato.

Vincenzo, arrivano complimenti e attestati di stima per il Foggia. Siete la squadra che ha segnato di più nel girone, possiamo dire che giocate anche il calcio migliore?
«Si, non siamo noi a dirlo ma gli addetti ai lavori. Io questa categoria la conosco, non è il primo anno che faccio e ho giocato anche in B. Non ricordo squadre che proponevano un gioco migliore, faccio fatica. Credo che anche a livello di serie B, potremmo dire la nostra».

A proposito di serie B, tu l’avevi conquistata l’anno scorso a Chiavari. Rimpianti?
«Si, ti dico la veirtà: stavo alla grande, la mia famiglia si trovava molto bene nella città e io con società e gruppo. L’allenatore ha fatto altre scelte, non commento ma ci sono rimasto male. La B me la ero conquistata sul campo, essere tagliati fa male. Da una delusione sono stato fortunato ad incontrare il Foggia sulla mia strada, sono molto più felice qui e per fortuna che è andata cosi perchè adesso lavoro con mister De Zerbi».

Un mister che sta stupendo tutti, arrivato quasi per caso a Foggia e che ha subito creato una forte empatia con il gruppo. Lo ritieni un predestinato?
«A parte la stima che c’è e anche non va considerata, voglio rimanere obiettivo: lui è un predestinato. Con questa categoria non c’entra nulla, sono sicuro che andrà ad allenare ad grandi livelli».

Tante squadre blasonate nel vostro girone ma siete li, attaccate al carrozzone dei play-off. Qual è il vostro obiettivo?
«Hai detto bene, il nostro è il girone più tosto dei tre. Il nostro obiettivo è quello di arrivare ai play-off. Guardiamo di partita in partita, cercando di fare risultato negli scontri diretti. Possiamo diventare la mina vagante, non è facile vincere contro il Foggia».

Un obiettivo che passa anche dalla partita di sabato contro il Savoia che sta attraversando una grave crisi societaria. Una gara che potrebbe avere un esito scontato?
«Nessuna partita del nostro girone è scontata, basta pensare a quanto ha sofferto la Salernitana nel turno precedente. Abbiamo già visto che non esistono partite facili, sopratutto in trasferta. Come dice il mister, queste in realtà sono le gare più difficili».

I vostri tifosi possono essere l’arma più?
«Asolutamente si, qui ti senti giocatore, senti la pressione e sei sempre stimolato giorno per giorno, rispetto a Chiavari e Lanciano è tutta un’altra cosa. E’ una tifoseria da serie A, ai play-off ci daranno quel qualcosa in più».

A livello personale credi che il treno per il grande calcio sia passato definitivamente?
«Io faccio sempre obiettivi a breve termine, penso a quest’anno e a raggiungere i play-off. C’è la voglia di salire di categoria, voglio riuscirci con il Foggia».

Da piccolo il tuo caso aveva avuto un grande eco: un trasferimento milionario il tuo al Torino quando eri bambino. Pensi che, in un certo senso, abbia frenato la tua carriera all’inizio?
«Ero picolissimo, parlare di pressioni a dieci anni è un pò eccesivo. Il passato è passato e io non rimpiango nulla, penso solo al futuro e al Foggia. Credo che se ne sia parlato troppo di questa cosa».

Da piccolo ti hanno paragonato a Maradona, adesso chi vedi come modello?
«Un giocatore che, per caratteristiche, mi piace molto è Messi. Sono piccolino come lui, e da napoletano stimo tanto Insigne e spero che si riprenda presto che fa la differenza».

Hai una buona confidenza con il gol, già sette in stagione. Se arrivi in doppia cifra hai qualche scommessa aperta con qualcuno?
«Devo arrivarci per forza, altrimenti il mister mi mena. Me lo ripete sempre che sono ci arrivo mi picchia (ride ndr)».

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