2015
Iago Falque: «La svolta con Gasperini»
Lo spagnolo ha spazzato via le etichette con la maglia del Genoa
Etichettato in estate come il “calciatore bocciato dalla Juventus”, Iago Falque ha dovuto fare i conti con le perplessità e gli interrogativi dei tifosi del Genoa, del resto non è andata bene nemmeno al Barcellona: «Alla Juve non ho fatto male. Bellissima esperienza, sono cresciuto con dei campioni. Ho scelto il Barcellona per la cantera, la migliore del mondo. Sanno come crescere i giovani, ho passato otto anni fondamentali. C’era Bojan, c’era Jonathan Dos Santos, andavo a scuola con Messi e Busquets. Con Leo ho scambiato la maglia l’ultima volta che ci siamo incrociati, è stato gentilissimo. Il Barcellona è un sogno per un ragazzo. Nella squadra B è arrivato Luis Enrique nel 2008. Ero troppo giovane per lui…», ha dichiarato l’attaccante spagnolo ai microfoni di Tuttosport.
GIRO EUROPEO – Iago Falque, che ha avuto la possibilità di crescere al fianco di Alessandro Del Piero, fu ceduto dalla nel 2011 al Tottenham, ma è rinato tornando in Spagna, all’Almeria: «Avevano speso dei soldi, onestamente pensavo di avere più possibilità, ma è dura trovare spazio quando hai davanti Bale e Van der Vaart. Un anno e mezzo giocando pochissimo, avevo anche difficoltà con l’inglese. All’Almeria ho finalmente trovato la continuità, che poi ho mantenuto la scorsa stagione al Rayo. Ho sentito la fiducia, la stessa che ho avvertito nel Genoa quando mi ha cercato. Hanno parlato con Oscar, il mio agente, mi hanno chiesto se mi interessava. L’ho considerata una bella opportunità. Tornare non era un problema, conosco l’italiano, sapevo che mi sarei integrato in fretta».
SVOLTA – Al Genoa, però, non è stato subito facile integrarsi, ma ha dato retta all’allenatore Gian Piero Gasperini, che gli ripeteva di aspettare il suo momento ed, infatti, non è tardata ad arrivare la svolta: «Lui è il simbolo del Genoa, senza di lui certe cose non si potrebbero fare. Trova il meglio in ognuno. La svolta? A Udine, la botta di fiducia di cui avevo bisogno. Ero contento per il primo gol italiano e per il primo assist, ma so che il calcio è una questione di una settimana: una volta può andarti tutto bene, quella dopo magari no. La strada è lunga. Gol nel derby? Peccato non sia arrivata la vittoria. E’ stata la partita più bella, i tifosi mi ringraziano per strada».
TRIDENTE – Può divertirsi il Genoa, che ha praticamente archiviato il discorso salvezza e può cominciare a guardare più in alto, sperando di potersi giocare qualcosa di importante per il futuro: «Gasperini ci dà libertà, facciamo cose che i rivali non si aspettano. Niang mi ha fatto un bell’assist nel derby, ci capiamo subito. Perotti non mi sorprende, è un grandissimo: lo hanno bloccato gli infortuni. Niang ha fisico, velocità, forza, qualità. Perotti è fenomenale nell’uno contro uno. A me piace il dialogo: ho fatto sei gol ma anche tre assist».
SACRIFICI – Al futuro in ottica mercato, però, lo spagnolo non ci pensa: «Ho un contratto fino al 2018. Sono contento di tutti i sacrifici, faccio la cosa che mi piace di più. Tanti compagni che erano con me, che avevano lasciato la famiglia, si sono persi per strada».