2015
Roma e i Caat, gli affari immobiliari di Totti
Il libro di Abbate-Lillo fa chiarezza intorno ai centri abitativi
Il nuovo libro dei giornalisti Lirio Abbate e Marco Lillo, intitolato “I Re di Roma. Destra e sinistra agli ordini di Mafia Capitale”, edito da Chiarelettere, puntano il dito sullo spreco di denaro pubblico che il comune di Roma ha perpetuato intorno ai cosiddetti Caat, ovvero i Centri di assistenza abitativa temporanea, creati nel maggio 2005 dal consiglio comunale capitolino per l’emergenza abitativa. Precisando all’interno del libro che “nessuno è indagato per queste storie”, ma fermo restando lo spreco di denaro pubblico, Abbate e Lillo raccontano di come siano stati attivati alloggi di emergenza in numerosi palazzi di periferia da parte di soggetti immobiliaristi che ne hanno fatto richiesta dopo un apposito bando del comune e poi posti al vaglio della commissione di gara, presieduta da Luca Odevaine, arrestato pochi mesi fa nel corso dell’operazione Mafia Capitale e vice capo di gabinetto del sindaco dell’epoca, Walter Veltroni.
LA VICENDA – La notizia è che intorno all’elenco dei soggetti consegnati dal pubblico ministero Luca Tescaroli al gruppo dei Ros per le “verifiche concordate”, emerge tra i Caat anche il residence della “Immobiliare Ten”, amministrata dal 2009 da Riccardo Totti, fratello del capitano della Roma e controllata indirettamente per l’83% dallo stesso numero 10 capitolino, una catena societaria composta da tre società che fanno riferimento al numero storico del capitano giallorosso: Immobiliare Ten, Immobiliare Dieci e la holding di famiglia, la Numberten Srl. La società ha ottenuto dal Comune di Roma più di 5 milioni di euro in sei anni per l’affitto dei 35 appartamenti arredati e messi a disposizione dell’emergenza abitativa, realizzando profitti nel 2013 pari a 128.000 euro e nel 2012 di 184.000 secondo i bilanci depositati presso la Camera di Commercio.