2015
Calcio vecchie maniere
La singolarità di Cagliari – Empoli: Zeman e Sarri scaldano il cuore degli amanti di un certo tipo di calcio
Per tanti, almeno nelle previsioni della vigilia, sarà stato il classico anticipo serale da snobbare: maledetto Cagliari-Empoli, il pensiero di chi lega le proprie emozioni calcistiche esclusivamente agli impegni di cartello. Poi di sabato sera, non ne parliamo proprio. Ed invece la sfida del Sant’Elia – almeno per l’intero primo tempo e nel finale di gara – è un manuale di calcio per chi vuole conoscerne gli strumenti base.
IL RITORNO DEL BOEMO: RITMO – In piena salsa zemaniana: mancava ancora la prima vittoria casalinga della sua gestione ma il Sant’Elia dovrà attendere ulteriormente. Il primo tempo del suo Cagliari 2.0 è il perfetto manuale del ritmo applicato al calcio: gli esterni offensivi passano da ogni dove, funziona anche lo sfondamento per vie centrali con un Sau ispirato come gli accade soltanto con Zeman. Lo spartito è di quelli tanto caotici da farti pensare che siano stati studiati a puntino: si perde il conto delle situazioni di superiorità numerica create dai sardi, la scelta precisa è quella di schiacciare l’avversario sul piano dell’intensità, dell’aggressività nell’approccio, e con interpreti di discreta qualità l’obiettivo è centrato. Il rovescio della medaglia è quello che accompagna il tecnico boemo sin dagli albori della sua carriera: ma quanto potranno resistere le sue squadre? Il finale di gara, manco a dirlo, è tutto dell’Empoli.
IL CREDO DI SARRI: IL RAGIONAMENTO – E’ singolare assistere alla prima frazione di gara disputata dall’Empoli: gli avversari vanno a tremila all’ora ma gli uomini di Sarri non si scompongono, quasi come dovessero difendere un bel vestito in occasione di una cerimonia. E’ vero, il Cagliari ha le sue chance per centrare il raddoppio ed ipotecare (o quasi, mai dirlo con Zeman) la vittoria, ma l’Empoli non sembra preoccuparsi più di tanto di un avversario letteralmente indemoniato: il solito copione, sornione e poi rapido all’improvviso, ragionato o meglio ragionatissimo. Non c’è Valdifiori? Vero, ma c’è Signorelli. Che non è nessuno se non Signorelli – come Valdifiori fino a qualche mese fa – ma che sa quel che deve fare in campo. Alle volte sbaglia, senz’altro, ma alla lunga ti ritrovi l’Empoli che ha stupito e sorpreso l’intero campionato. A prescindere dagli interpreti, dalle assenze o quant’altro: forte di un’idea, chiara, riconoscibile, bella da non essere costretta a modificarsi se di fronte c’è il Cagliari o la Juventus.
DEMODE’ – Zdenek Zeman e Maurizio Sarri non sono certamente due tipi trendy, volendo esprimere il concetto in pieno slang modaiolo: non lo sono e non ambiscono ad esserlo. Ma l’immagine del pre-partita che riprende i due a dibattere di pallone con una sigaretta tra le dita scalda i cuori degli amanti di un certo tipo di calcio: due insegnanti a confronto, così simili e diversi, diversi tra loro e simili nella loro differenza da tutti gli altri, così singolari. Oggi il boemo appare il passato ed il napoletano d’adozione toscana il futuro: sì, perché Zeman ha avuto le sue chance per centrare il grande salto ma ha mancato l’occasione di una vita, mentre Sarri si è appena affacciato al calcio che conta ed ha già attirato l’attenzione delle grandi. Il calcio che conta, ecco svelato l’arcano: perché se per tutti vale l’indiscutibile ambizione di procurarsi l’occasione della vita in un club di primissimo ordine, a loro basta insegnare calcio. Un campetto, qualche pallone, una ventina di calciatori ed è tutto. Il massimo che la vita possa regalarti. Non si è perso d’animo Zeman che esonerato dalla Roma, l’ultima grande chiamata, commentò così: “Si può fare calcio ovunque, continuerò ad insegnarlo ai giovani”. Quando a Sarri chiedono del Milan e del gradimento di Berlusconi lui risponde che all’Empoli sta vivendo il sogno della sua vita. Magari al Milan ci andrà e dal post Allegri ad oggi, tuta o non tuta, il Diavolo avrebbe finalmente un allenatore. Vecchie maniere, tremendamente nuove.