2015
Un mostro al Westfalenstadion. Sabella, hai sulla coscienza un Mondiale
Carlos Tevez straripante: la Juventus umilia il Borussia Dortmund ed è tra le prime otto dEuropa
Decisamente mostruoso. Sul Westfalenstadion si è abbattuto un ciclone talmente dirompente da ammutolire lo storico muro giallonero: stasera non ce n’era per nessuno, era la notte di Carlos Tevez. Indiscutibilmente la notte dell’Apache: un gol pazzesco dopo tre minuti per mettere in chiaro le cose, poi il generoso assist a Morata ed il tris con cui ha personalmente steso il Borussia Dortmund di Jurgen Klopp.
“IL NOSTRO MESSI O RONALDO” – Parola di Massimiliano Allegri, che appena un mese fa si lasciò andare a tali considerazioni: “Carlos ha tutto. E’ tecnico, ha caratura internazione ed è calciatore di carattere, per noi vale quanto Messi nel Barcellona o Ronaldo nel Real Madrid”. Un’investitura ripagata in pieno dal fenomeno argentino: oggi come forse mai da quando approdato alla Juventus occorreva tutto il suo bagaglio, sì qualitativo ma innanzitutto carismatico. Perché quando vai a giocare in Germania il passato non conta: c’è il presente ed è un inferno. Non ti può bastare un misero gol di vantaggio se poi in campo ti tremano le gambe: sbagli l’approccio e sei fuori ancora prima che te ne sia accorto. La soluzione si chiama Tevez e quei pochi al mondo come lui: gli servono tre minuti per alleggerire i compagni dall’insostenibile peso dell’eventuale ed ulteriore fallimento internazionale.
L’ASSOLO DI TEVEZ – L’esibizione dell’Apache in quel di Dortmund non si completa certamente nei primi tre minuti: per l’intera prima frazione di gara rincorre ogni avversario come un forsennato lanciando un chiaro segnale ai compagni, nella ripresa chiude definitivamente la contesa prima mostrandosi generoso nei confronti di un super Morata – e finalmente l’intesa cresce a vista d’occhio, questo può essere un fattore di inestimabile rilevanza per il finale di stagione – e poi firmando la personale doppietta con il secondo bolide di giornata. Weidenfeller freddato e Juventus ai quarti di finale: Allegri si prende la meritatissima rivincita soprattutto sulla larghissima fetta di supporter bianconeri che lo avevano accolto come l’ultimo dei perdenti nel fiume di lacrime riversato per lo spontaneo addio di Conte. Senza dimenticare il gran colpo centrato dalla dirigenza bianconera: prelevato dal Manchester City nell’estate del 2013 per nove milioni di base fissa ed altri cinque variabili, si è rivelato innesto di primissimo rilievo internazionale a prezzo da saldi di fine anno.
IL CAPOLAVORO DI SABELLA – Un inevitabile passo indietro va compiuto per definire il quadro complessivo: Brasile 2014 alle porte, il selezionatore dell’Argentina Alejandro Sabella annuncia di non essere intenzionato a convocare Carlos Tevez nella spedizione mondiale. Gli attaccanti sono Lionel Messi, Gonzalo Higuain, Sergio Aguero, Ezequiel Lavezzi e Rodrigo Palacio. Insomma anche il Trenza – non si offenderà – è da ritenersi di caratura superiore al calciatore della Juventus. Una scelta che lascia oggettivamente esterrefatti gli addetti ai lavori: come lasciare a casa uno del genere? Lite con Messi, raccontavano i complottisti, eppure oggi convivono tranquillamente in nazionale. Il resto lo abbiamo visto in terra brasiliana: un’Argentina imprevedibilmente solida al cospetto delle avversarie e quel sogno di un tridente Messi-Tevez-Higuain da riporre nel cassetto. Perché la domanda oggi sorge da sé: caro Sabella, come sarebbe andata con Tevez? L’opinione personale è unica: quella notte del 13 luglio l’Argentina avrebbe vinto la sua terza Coppa del Mondo in Brasile. Troppa forza per tutti, strapotere. Ma qualcuno ha scelto diversamente.