Il portiere della Sampdoria sul futuro: «Spero di restare»

Le lezioni di Sinisa Mihajlovic sul campo sono state importanti, ma decisivi sono stati alcuni episodi per la crescita della Sampdoria: ad esempio, la visione del film “La ricerca della felicità” di Gabriele Muccino e con protagonista Will Smith. Lo ha confermato anche Emiliano Viviano: «Due frasi mi sono rimaste impresse di quel film. La prima: “Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa”. La seconda: “Se hai un sogno, lo devi proteggere”. Entrambe raccolgono la storia di tutti noi che facciamo questo mestiere. Era anche un messaggio e un invito a non darsi mai per vinti, perché spesso la vita offre una seconda possibilità», ha dichiarato il portiere blucerchiato ai microfoni de La Gazzetta Sportiva.

IL DUELLO – Di momenti difficili del resto Viviano ne ha vissuti parecchi, ma l’estremo difensore ha saputo sempre rialzarsi. Definito un “tir” dal presidente Massimo Ferrero, il portiere, che ha soffiato il posto a Romero, ha parlato del suo rilancio: «Ringrazio il presidente, era contento per la vittoria e per la prestazione. Romero? Fra noi il rapporto è ottimo, credetemi. Sergio è un ragazzo d’oro. E’ successo a lui di non giocare, ma pure al sottoscritto, e non ci siamo lamentati. Certo, allenarsi e non scendere in campo dispiace a tutti, ma la nostra competizione è stimolante e positiva».

IL FUTURO – Sullo sfondo le indiscrezioni di mercato sul suo futuro e sui dissidi tra il presidente del Palermo e quello della Sampdoria con la riconferma in ballo: «Di queste cose inizieremo a parlare più avanti. Io resto concentrato sulla Samp: vorrei rimanere qui non perché mi manchi la voglia di fare rientro a Palermo, ma per il fatto che la società ed io abbiamo fatto scelte diverse. Poi, lo sapete, non è noto ciò che accadrà, esistono le leggi del mercato».

IL TECNICO – Viviano ha parlato poi dell’alchimia nata con l’allenatore Sinisa Mihajlovic: «Ciò che mi accomuna al mister è che per entrambi non ci sono segreti. Questo aspetto del mio carattere, di essere sempre diretto, talvolta mi ha creato problemi, ma faccio fatica a non dire ciò che penso. Mihajlovic è un uomo aperto. E poi, ha il merito di tenere sempre molto alta l’asticella in gruppo. Io sono arrivato in una situazione di spogliatoio già consolidata, ma il mister prese la squadra penultima in classifica. Normale, da parte nostra, avere grande fiducia in lui. E poi stiamo bene insieme, ci divertiamo. Tutti, compresi quelli che trovano meno spazio, anche se sono fortissimi: penso a Bergessio o a Correa», ha raccontato il portiere, che ha evidenziato la compattezza del gruppo e il lavoro svolto dal direttore sportivo Carlo Osti.

PASSATO NERAZZURRO – Stasera intanto dovrà vedersela con l’Inter, che a lungo è stata proprietaria del suo cartellino e con cui però ha giocato poco: «Ricordo quell’esperienza con grande affetto (ricambiato). A un certo punto la società fece scelte diverse. Io andai a Firenze, coronando il mio sogno, e l’Inter ebbe la possibilità di prendere Handanovic. Ai nerazzurri posso solo dire grazie, dopo l’infortunio mi garantirono le migliori cure. Ausilio, poi, è un uomo molto competente», ha concluso Viviano.