Calciopoli, Agnelli prepara la battaglia - Calcio News 24
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Calciopoli, Agnelli prepara la battaglia

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agnelli profilo juventus novembre 2014 ifa

E i pm commentano le sentenze della Cassazione

L’iter della giustizia ordinaria è terminato con la sentenza della Cassazione, ma si prospetta una stagione calda di battaglie legali sul fronte Calciopoli, perché la Juventus, che ha seguito con attenzione l’evolversi dell’udienza, sta aspettando di conoscere le motivazioni della sentenza per decidere come agire. Il piano di battaglia, però, già c’è: l’obiettivo del presidente Andrea Agnelli è di riportare a casa i due scudetti che la giustizia sportiva ha tolto al club bianconero. Stando a quanto riportato da Tuttosport, il patron vuole capire come la Cassazione abbia valutato la posizione di Moggi e Giraudo, se, ad esempio, agissero per interessi personali. Per l’attacco è solo questione di tempo: secondo la Juventus chi ha avuto comportamenti analoghi o più gravi è stato premiato. La Cassazione non ha limiti per pubblicare le motivazioni, che potrebbero arrivare anche tra cinque mesi. I tifosi, però, sono già sul piede di guerra.

OMERTA’ – Tra le reazioni bisogna comunque registrare quella di Filippo Beatrice, uno dei pm che ha lavorato al caso e che ha parlato a La Gazzetta dello Sport: «La cosa più importante è che non ci sono state quelle assoluzioni individuate dalle difese. Le prescrizioni si potevano prevedere. Alcuni processi in Italia, basati sulle parole e sulle intercettazioni, sono molto complicati. Chiariamo: non c’è stato nessun orientamento tifoso o ideologico. I processi nascono in un certo modo, ci stavamo occupando di camorra e di scommesse, tramite alcuni giocatori abbiamo sentito parlare di arbitri e da quel momento è cominciata l’inchiesta. I contatti più evidenti e ripetuti degli arbitri erano con dirigenti della Juventus. Cercammo nelle pieghe della montagna di intercettazioni di lavorare anche su altre posizioni. Se avessimo avuto dichiarazioni dall’interno, avremmo potuto ottenere altro. Ma calò nell’ambiente un velo di omertà», che avrebbe impedito l’allargamento dell’inchiesta.

CONFERME – Soddisfatto anche Stefano Capuano, il pm che si inserì a processo cominciato: «In attesa delle motivazioni, emerge comunque dalla Cassazione la conferma dell’impianto accusatorio. Sull’associazione ne hanno parlato primo e secondo grado, accertandone l’esistenza. Dello stesso avviso è stato il procuratore generale presso la Cassazione. Ci sono state intercettazioni, uso di schede telefoniche straniere, anche testimonianze anche se il mondo del calcio è stato molto spesso reticente su questo. Naturalmente aspettiamo le motivazioni, ma l’impianto accusatorio ha più che retto. Lo hanno detto cinque diversi pronunciamenti della giustizia. Non mi sembrano pochi».

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