2015
L’ex arbitro Bertini: «Assolto grazie a Biscardi»
L’ex fischietto si racconta in un’intervista
Paolo Bertini non ha più niente di temere per quanto riguarda la vicenda Calciopoli. L’ex fischietto ha rinunciato alla prescrizione, ma la Corte di Cassazione lo ha assolto dall’accusa di associazione a delinquere. Adesso Bertini però parla, e lo fa tramite le colonne di Tuttosport: «Il mio capo di imputazione era quello di associazione per delinquere con cinque frodi (Siena-Juve, Juve-Milan, Fiorentina-Bologna, Siena-Messina, Inter-Fiorentina; ndr) e nel primo grado di giudizio sono stato assolto da tutto, tranne che da Juventus-Milan, per la quale sono stato condannato anche in appello. Perché? Forse perché serviva tenere in piedi l’accusa per la partita più eclatante, quella che poteva decidere lo scudetto. Per accusarmi avevano usato una scheda svizzera. Ovvero avevano associato una delle famigerate sim a me, solo perché si collegava spesso da Arezzo. Ma io quella sim non l’ho mai vista e sono riuscito a dimostrarlo perché, secondo gli inquirenti, avrei avuto contatti con Romeo Paparesta (ex arbitro e padre Gianluca, che aveva ammesso di possedere la sim; ndr) usando quell’utenza. Ma lo stesso Paparesta ha dichiarato di non avermi mai chiamato e questo ha smontato l’accusa, così come il fatto che il tabulato del mio cellulare personale non corrispondeva a quello della sim svizzera: si connettevano a celle differenti e distanti… E io non potevo essere in due luoghi differenti».
UNA PARTITA – Bertini ha proseguito: «Insomma, cadono tutte le accuse tranne quella di Juventus-Milan. E sapete perché? Perché c’è un’intercettazione in cui Moggi, qualche giorno dopo, difende il mio operato con Biscardi! Ma vi rendete conto? Io farei parte dell’associazione perché Moggi mi difende in una telefonata con un giornalista. Il bello è che se non avessero selezionato le telefonate in modo disonesto, avrebbero messo anche quella in cui lo stesso Moggi suggerisce a Biscardi di bastonarmi in trasmissione perché avevo avvantaggiato il Milan contro l’Atalanta, cosa per altro vera, ma per un mio clamoroso errore, mica per malafede».
LE SCHEDE – Bertini ha anche parlato delle schede svizzere: «Le schede svizzere? Non so se sono esistite nel modo in cui le hanno raccontate. Romeo Paparesta e Paolo Bergamo, per esempio, hanno ammesso di averle ricevute. Gli arbitri in attività no… Anche le indagini sulle schede svizzere sono un po’ strane: potevano essere intercettate, ma ufficialmente non lo hanno fatto. Anche se poi è emerso che qualcuna è stata intercettata, ma il risultato è stato omesso, forse perché non favorevole all’accusa. E perché non hanno incrociato i tabulati “svizzeri” con quelli dei nostri cellulari, per verificare che fossero agganciati alla stessa cella? E, infine, come si fa ad accettare che su 170.000 mila intercettazioni, molte delle quali dalle quattro utenze di Moggi, l’ex dg della Juventus non parla mai, e dico mai, di calciomercato? Ma come, il re del mercato che non fa una telefonata per preparare una trattativa? Non è credibile! E’ credibile, invece, che come ha detto lui stesso, usasse le schede svizzere per il calciomercato, onde evitare di essere intercettato da chi lo spiava (vedi processo Telecom e indagini illegali di Tavaroli & C.; ndr)».