Il centrocampista blucerchiato suona la carica

Una delle sue passioni è la pesca, ma più che dare la caccia ai pesci Angelo Palombo vuole pescare l’Europa per la prossima stagione. Il centrocampista della Sampdoria, dunque, prepara l’amo per la sfida contro la Fiorentina per un ritorno alle origini ed un’esperienza che però rievoca anche brutti ricordi, come quello del fallimento nel 2002, a 13 anni dal disastro del Parma, di cui ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: «Dagli errori si dovrebbe imparare, e a me sembra che non si voglia farlo. Molte analogie, stesso dramma. Penso ai dipendenti che devono mantenere le famiglie, ma anche ai calciatori, perché tanti mesi senza stipendio non sono piacevoli. Per noi fu una lenta agonia».

AMICO/NEMICO – Dopo quel fallimento Palombo trovò la Sampdoria ed in particolare Beppe Marotta a Malpensa per la firma immediata del contratto: «Avevo ricevuto offerte anche da club di A, ma la Samp mi sembrò l’ideale, anche in ottica futura. Una società seria, un progetto all’altezza», ha raccontato il mediano blucerchiato, che poi ha parlato della Fiorentina e di Vincenzo Montella: «Mi viene da sorridere pensando a Vincenzo allenatore. Nel 2007-08 era stato mio compagno in blucerchiato. Ogni tanto scherziamo su quell’anno. Avevamo un ottimo rapporto, mi fa piacere che sia diventato un bravo allenatore. La Fiorentina ha un grande organico, che coniuga alla perfezione fisicità e tecnica. Ma la storia di Montella parla chiaro: un ragazzo serio e con una volontà di ferro».

CACCIA ALL’EUROPA – Con la Fiorentina è corsa per l’Europa. Sarebbe una soddisfazione immensa per la Sampdoria, ma il finale di stagione sarà ostico: «La concorrenza è agguerrita, può succedere di tutto. Abbiamo un solo modo per farcela: spingere sempre al massimo. Le dico questo: l’unico limite della Samp siamo noi stessi. A volte ci siamo complicati la vita, in altre occasioni siamo calati un po’, ma può succedere se affronti una squadra in quel momento al top. Dobbiamo essere dei martelli. Attenti, concentrati, uniti, solidali. Una cosa è certa: nella partita secca, possiamo giocarcela con chiunque».

L’ASSIST – Infine, Palombo parla di Antonio Cassano, che sogna un futuro da direttore tecnico. Per il centrocampista è uno scenario ancora lontano: «Antonio che smette? Non ci crede nessuno, tantomeno lui. È troppo innamorato del calcio per dire basta. E poi, se continuo a giocare io, pensa che non possa farlo lui, con la sua classe, solo perché s’è fermato a metà stagione? Non è ancora il giorno dell’ultima recita di Fantantonio».